1Renieri, nè Cosimo Galilei riuscirono a recuperare le carte del fra
tello e dell'avo. Che le venissero poi da Pisa alla Biblioteca pala
tina di Firenze, non si sa però come nè quando, lo afferma l'Alberi;
e se delle Effemeridi e degli altri studii intorno al sistema di Giove
non si trovarono veramente, fra le carte del Monaco olivetano, altro
che le cose pubblicate dal medesimo Albèri, si può ripetere quel
che si diceva dianzi, che cioè la gloria scientifica di Vincenzio Re
nieri è affidata alla fama, alla fede, a quella riverenza che inspira
la morte.
tello e dell'avo. Che le venissero poi da Pisa alla Biblioteca pala
tina di Firenze, non si sa però come nè quando, lo afferma l'Alberi;
e se delle Effemeridi e degli altri studii intorno al sistema di Giove
non si trovarono veramente, fra le carte del Monaco olivetano, altro
che le cose pubblicate dal medesimo Albèri, si può ripetere quel
che si diceva dianzi, che cioè la gloria scientifica di Vincenzio Re
nieri è affidata alla fama, alla fede, a quella riverenza che inspira
la morte.
Men famoso nei posteri e men fortunato, perchè nell'opere
pubblicamente note potè la censura esercitare il suo dente, fu don
Famiano Michelini, una strana figura di uomo, che sognando di
chiappar milioni con le sue scoperte, morì nel 1666, vecchio di 73
anni, nell'indigenza. Propugnatore della Medicina statica del Santo
rio, perchè più volte il giorno, quand'era ancora scolopio sotto il nome
di fra Francesco da S. Giuseppe, si pesava sulla stadera, per fare
esperienza in se dell'insensibile traspirazione; i ragazzi lo additavano
per le vie di Firenze chiamandolo il Padre Staderone. Spacciando
nelle bibite limonate il migliore specifico per cacciar la febbre, i
fiorentini lo proverbiarono con motti arguti, e con epigrammi. Il
Cavalieri, confondendo insieme l'abilità d'idraulico con quella di
medico, illuso prima e poi deluso dell'efficacia della ricetta, scriveva
al Torricelli, a proposito delle Chiane, “ che la proposta del padre
Francesco anderà al pari con l'altra di risanarmi dalla podagra ”
(MSS. Gal. Dis. T. XL. c. 223) e il Granduca, in ogni modo, non gli
poteva perdonare l'apostasia dall'ordine calasanziano. Ciò nonostante,
fu eletto ad ammaestrare nelle matematiche il giovanetto principe
Leopoldo, in cui infuse un grande amore alle scienze sperimentali,
e gli raffinò il gusto a sentir quanto fosse di vero nelle nuove dot
trine promulgate da Galileo. Se non avesse altro merito, basterebbe
questo per dovere annoverare il Michelini tra i più validi coope
ratori ai progressi della scienza italiana. Ma egli vi cooperò, e più
efficacemente di quel che non si stimi, con le proprie speculazioni
e con le proprie esperienze, esposte in iscritti, in cui la bellezza
del dettato aggiunge splendore all'importanza della materia.
pubblicamente note potè la censura esercitare il suo dente, fu don
Famiano Michelini, una strana figura di uomo, che sognando di
chiappar milioni con le sue scoperte, morì nel 1666, vecchio di 73
anni, nell'indigenza. Propugnatore della Medicina statica del Santo
rio, perchè più volte il giorno, quand'era ancora scolopio sotto il nome
di fra Francesco da S. Giuseppe, si pesava sulla stadera, per fare
esperienza in se dell'insensibile traspirazione; i ragazzi lo additavano
per le vie di Firenze chiamandolo il Padre Staderone. Spacciando
nelle bibite limonate il migliore specifico per cacciar la febbre, i
fiorentini lo proverbiarono con motti arguti, e con epigrammi. Il
Cavalieri, confondendo insieme l'abilità d'idraulico con quella di
medico, illuso prima e poi deluso dell'efficacia della ricetta, scriveva
al Torricelli, a proposito delle Chiane, “ che la proposta del padre
Francesco anderà al pari con l'altra di risanarmi dalla podagra ”
(MSS. Gal. Dis. T. XL. c. 223) e il Granduca, in ogni modo, non gli
poteva perdonare l'apostasia dall'ordine calasanziano. Ciò nonostante,
fu eletto ad ammaestrare nelle matematiche il giovanetto principe
Leopoldo, in cui infuse un grande amore alle scienze sperimentali,
e gli raffinò il gusto a sentir quanto fosse di vero nelle nuove dot
trine promulgate da Galileo. Se non avesse altro merito, basterebbe
questo per dovere annoverare il Michelini tra i più validi coope
ratori ai progressi della scienza italiana. Ma egli vi cooperò, e più
efficacemente di quel che non si stimi, con le proprie speculazioni
e con le proprie esperienze, esposte in iscritti, in cui la bellezza
del dettato aggiunge splendore all'importanza della materia.
Il Trattato della Direzione dei fiumi, co'suoi errori non lievi,
è pure il primo che dirige l'opera da praticarsi sui fiumi, con la
scorta di una scienza, che quasi sempre è sicura. Il Viviani, dietro
quegli insegnamenti, regolava l'Arno con altri fiumi della Toscana,
e per mezzo di Ottavio Falconieri insegnava a regolar similmente
è pure il primo che dirige l'opera da praticarsi sui fiumi, con la
scorta di una scienza, che quasi sempre è sicura. Il Viviani, dietro
quegli insegnamenti, regolava l'Arno con altri fiumi della Toscana,
e per mezzo di Ottavio Falconieri insegnava a regolar similmente