Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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eſſempi, ma laſciamo un poco la diffinitione
nominale, con la media, & alquanto diſcor­
riamo intorno l'eſſentiale, laquale (per uſa­
rei proprij nomi de gli ſcittori) ouero che è
cauſale, ouero formale: formale è quella, che
ne dichiara l'eſſenza, & forma della coſa,
che diſſiniſce; ma perche ſi può dichiarare
l'eſſenza di qualunque coſa, & ſemplicemen­
te ſenza circonſtanza ueruna, & anco con
qualehe additamento, per tanto ne naſcono
due ſpecie di diffinitione, una cioè chiamata

da Logici quidditatiua, & è quella che ſem­
plicemente eſpone, & l'altra per additamen­
to, nella quidditatiua apunto ſempre ui è il
genere piu proßimo, & le differenze della co
ſa diffinita; però non ſi deue pigliare ogni ſor
te di differenza, ma ſolo le proprie, che ac­
compagnano il diffinito.
MOR. Se le diffe­
renze proprie mi foſſero incognite, non patrem
mo conoſcerle?
TOM. Sì. ma con gli ac
cidenti della forma, ſe ue ne ſono, & ſe non
ue ne ſono, con quegli della materia; perche
come ben diſſe Ariſtotele piu toſto ſono tra di
loro le coſe differenti per la forma, che per la
materia.
MOR. Se coſi foſſe potrebbeſi
dunque diffinire le coſe ſolo con la forma, la­
ſciando la materia.
TOM. Anzi ſi fareh­
be errore, perche concorre parimente all'eſ-

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