Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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Della diſtributione di dentro delle Celle, & dello
antitempio
.
Cap. IIII.
Io ſtimo che il preſente luogo fia difficile: & ſe non ci fuſſe qualche oſſeruatione de gli anti­
chi
Tempij, forſe biſognarebbe indouinare.
però hauendo io oſſeruato alcune coſe, io uengo, in
opinione
de interpretare il preſente luogo al modo infraſcritto, riportandomi a migliore inuen­
tione
.
Eſſendo tra le ſemplici proportioni la moltiplice maggiore di quelle, ſi come ho dimoſtrato
nel
terzo libro, coſa conueniente ſi giudica uſare nella diſtributione de i Tempij le ſpecie delle
moltiplici
proportioni: imperoche i Tempij ſono fatti per lo culto diuino, al quale ſi richiede ogni
magnificenza
, & grandezza.
Si che uolendo Vitruuio tr attare delle parti interiori de i Tempij,
comincia
a proportionare le lunghezze, & larghezze loro.
nel che è ripoſta quella gratioſa ma
niera
, che nel primo libro è ſtata nominata Eurithmia.
Dell'altezza non è neceſſario parlare
naſcendo
ella dalle miſure dell'opera: Imperoche gli Architraui, le cornici, & i Frontiſpicij per
le
coſe dette di ſopra ci ſono manifeſti.
Vuole adunque Vitr. che la lunghezza ſia doppia alla lar
ghezza
: & ragiona qui, de i Tempij Ionici, Dorici, & Corinthij: benche pare, che nelle piante
poſte
nel terzo libro le lunghezze ſiano meno del doppio alle larghezze, & in fatto è coſi, per­
che
lo intercolunnio di mezo nelle fronti è piu largo, ma ci è poca differenza dalla doppia.
Ho­
ra
quello che importa è, che la cella di quel Tempio diſegnato nel primo libro pare troppo lunga.
& forſe la intentione di Vitruuio ſi manifeſta in queſto luogo. pero io uorrei, che quiui ſi conſi­
deraſſe
ſe la coſa puo ſtare (come io dimoſtrerò) & ſe Vitruuio ce lo accenna, & ſe anche lo
antico
l'oſſerua.
Soleuano gli antichi diſtinguere lo Antitempio detto pronao, con alcune ale
di
muro, che ſecondo Strabone ſi chiamano pteromata.
Queſte ale uemuano uerſo le fronti da
una
parte, & dall'altra della cella: ma in al cuni Tempij non perueniuano alle fronti compitamen
te
, ma terminauano in alcuni pilaſtri, o ante che ſi dica, groſſe quanto le colonne: & ſe tra l'una
ala
di mura, & l'altra era grande ſpacio, ſi poneuano a quel filo de i pilaſtri tra mezo due colon
ne
per fermezza: & coſi era ſeparato il pronao dal portico.
Coſi ſi ritrouano le piante de i tre
Tempij
appreſſo il Theatro di Marcello.
Coſi accenna Vitruuio nel preſente luogo, & coſi pare,
che
la ragione ce lo dimoſtri.
Pigliamo adunque la fronte del Tempio, & ſia di quattro parti,
otto
di quelle faremo la lunghezza, accioche ſia in proportione doppia.
di quelle otto cinque ſi
danno
alla lunghezza della cella includendo la groſſezza del parete doue ſono le porte, tre uen­
ghino
dall'Antitempio alle ante, o pilaſtri de i pareti, le quali ante deono eſſer della groſſezza
delle
colonne.
Queste ante ſono i termini delle ale del muro, che uengono inanzi dall'una parte,
& dall'altra, & perche puo eſſere, che tra quelle ale ci ſia, & poco, & molto ſpacio, ſecondo
le
maniere de i Tempij di ſpeſſi, o di larghi intercolunnij, però ſecondo il biſogno e neceſſario tra
porui
delle colonne.
Io dico in ſomma, che la maniera di faccia in pilaſtri, & di faccia m colonne,
& la falſa, & la doppia, & la intorno alata, & la ſcoperta, tanto Dorica, quanto Ioni­
ca
, & Corinthia ſiano tutte o di ſtrette, o di larghe, o di rilaſciate, o di acconcie diſtanze d'in
tercolunnij
.
tutte ſi regolano dal preſente luogo nel compartimento delle celle: & ſi come tutto
il
Tempio non uiene a punto doppio in lunghezza, perche la neceſſità del compartimento delle

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