Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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186162DELLA FORZA DE’ CORPI vergogna il dubitarne. Io m’ accorgo, riſpoſi, che
voi avete paura, che io ne dubiti;
e con ciò di-
moſtrate di dubitarne un poco anche voi;
ma a
dirvi il vero io credo, che queſta analogia ( che
così la chiamano con nome greco, ne ſo quanto
bene ) ſia un luogo pericoloſiſſimo, da cui ſi trag-
gono argomenti talvolta di qualche peſo, ſpeſſiſſi-
mo di niuno.
Perciocchè ella è poſta non in altro,
che in una certa ſimilitudine, che alcuni voglion
ſupporre, che ſia in tutte le coſe tanto grande,
quanto mai eſſer può.
E così conoſciutone due,
che ſieno ſimili alcun poco, facilmente ſi induco-
no a credere, che debbano eſſer ſimili in tutto;
e tutte le proprietà, che trovano in una, non han-
no diſſicoltà di attribuirle anche all’ altra.
Il che
oggimai è tanto innanzi proceduto, che molti han-
no creduto dover eſſer degli uomini nella luna, ſo-
lo perchè eſsendo la luna ſimile alla terra, inquanto
ha delle montagne, penſano, che debba eſserle ſimile
in ogni altra coſa.
Al quale argomento ſe noi vo-
leſſimo tener dietro, biſognerebbe mettere nella
luna ancor le maſchere e i teatri.
Sapete, quante
novelle, valendoſi della analogia, perſuaſe già il leg-
giadro franceſe a quella ſua giovinetta.
Per quel
ch’ io veggo, diſse allora il Signor D.
Serao, voi
ſiete un gran nemico della analogia.
Ma pur par-
mi, che la ſimilitudine, in cui eſsa è fondata, mol-
to ſi convenga alla natura.
E perchè, riſpoſi, non
le converrebbe altrettanto la varietà?
Perchè, diſ-
ſe il Signor D.
Serao, le coſe ſono più belle

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