Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752
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188164DELLA FORZA DE’ CORPI e certo che dalla analogia non naſcon mai dimo-
ſtrazioni così evidenti, come quelle dei geome-
tri ſono;
ma ben ſe ne cavano argomenti tanto
probabili, che di pochiſſimo cedono all’ eviden-
za.
E queſti argomenti, riſpoſi io, ſono quelli, che
ſi deducono da un numero quaſi immenſo di pro-
prietà, non quelli, che ſi deducono da una proprietà
ſola, come è il voſtro;
nel quale perchè la gravità e
l’elaſticità ſi credono avere una proprietà comune,
volete argomentare per analogia, che le abbiano
tutte.
Ma come potrebbe argomentarſi altrimen-
ti, diſſe il Signor D.
Serao, ſe l’ oſſervazione non
ci ha fatto conoſcere in loro ſe non una ſola pro-
prietà comune ad amendue, che è quella di eſer-
citare una preſſione eguale e continva?
Non sò, riſ-
poſi, ſe l’ oſſervazione ci abbia fatto conoſcere ne
pur queſta.
Ma quando bene ciò foſſe, non do-
vrebbe però da una ſola proprietà argomentarſi di
tutte l’ altre;
e dovrebbe in tal caſo il filofofo a-
ſtenerſi più toſto da ogni argomentazione, che far-
ne una con tanto pericolo.
Pure non ſarebbe egli
meglio, diſſe allora il Signor D.
Serao, avendo
noi oſſervate le leggi della gravità, comporre ſe-
condo le iſteſſe leggi ancor le altre potenze;
e co-
sì indurre nella natura quella bella conformità,
che rende tutte le coſe più chiare, e più comode,
e più ſemplici?
Di queſto, diſſi, abbiam parlato
abbaſtanza queſta mattina.
Ma voi fareſte meglio
ad eſporci quel voſtro argomento, che avete detto
voler dedurre da una ſerie ſola di elaſtri;
che

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