198DI CHI TRADVCE.
conſideratione, che à noi non è nota, egli non ſe ne ſeruiſ-
ſe. Ne’ tempi noſtri ſi ue dono marauiglie tali in queſto ge-
nere, ehe non cedono forſe punto à l’antiche; percioche,
ò ſi parli di horologgi da ruote, ò di figurette, che da ſe
ſteſſe ſi muouano, ò di uccelli che cantino, ò di fontanette
che gettino in alto ſe ne veggono di ſtupende. E quanto
alle sfere ſimili à quelle d’Archimede, ſcriue Pietro Ra-
mo d’hauerne vedute due in Parigi; l’una, in caſa del
Ruellio Medico, portata dalle prede di Sicilia; e l’altra di
Orontio Mathematico regio, guadagnata nelle guerre
della Germania. Quando gli Horologgi che habbiamo
foſſ ro ritrouati, cioè che operaſſero ſenzal aiuto dell’ac-
qua, non hò (ch’io mi ricordi) veduto chi ne ſcriua. Di
qui però può argomentarſi, che l inuentione ſia aſſai anti-
ca; poi ehe ne fu mandato vno dal Re di Perſia à Carlo
Magno, fatto con arte marauiglioſa; ilquale diſtingueua
l’hore con l’indice, & le ſegnaua con ſuono. Mirabile frà
gli altri, ne’tempi noſtri, è quello che fu lauorato da Gio-
uan’Maria Barocci noſtro cõpatriota, e donato à Pio V.
Molto artificioſi ſono quelli an cora che hoggi fabrica Pie
tro Griffi da Peſaro, huomo ſingolare nell’arte de’ moti, e
di marauiglioſo ingegno. Nondimeno io non finiſco di
ammirare la diligenza di colui che glirin chiuſe in vn caſ
ſone d’anello, efece sì, che non ſolamente con l’indice;
ma con la percoſſa ancora diuideſſero il tempo. Creſce
nondimeno in me la marauiglia nell’v dire (e forſe è coſa
in quei paeſi notiſsima) che vn’Artefice di Norimberga,
all’entrata dell Imperatore in quella Città, fabricò vn’A-
quila, che volando ſe n’an dò in contro all’Imperatore, e ri
tornando in dietro ſimilmente l’accompagnò infino alle
porte della Città; e che vn’altro fabricò vna Moſca di
ferro, laquale come vſcitagli dalle maniſe ne volaua
ſe. Ne’ tempi noſtri ſi ue dono marauiglie tali in queſto ge-
nere, ehe non cedono forſe punto à l’antiche; percioche,
ò ſi parli di horologgi da ruote, ò di figurette, che da ſe
ſteſſe ſi muouano, ò di uccelli che cantino, ò di fontanette
che gettino in alto ſe ne veggono di ſtupende. E quanto
alle sfere ſimili à quelle d’Archimede, ſcriue Pietro Ra-
mo d’hauerne vedute due in Parigi; l’una, in caſa del
Ruellio Medico, portata dalle prede di Sicilia; e l’altra di
Orontio Mathematico regio, guadagnata nelle guerre
della Germania. Quando gli Horologgi che habbiamo
foſſ ro ritrouati, cioè che operaſſero ſenzal aiuto dell’ac-
qua, non hò (ch’io mi ricordi) veduto chi ne ſcriua. Di
qui però può argomentarſi, che l inuentione ſia aſſai anti-
ca; poi ehe ne fu mandato vno dal Re di Perſia à Carlo
Magno, fatto con arte marauiglioſa; ilquale diſtingueua
l’hore con l’indice, & le ſegnaua con ſuono. Mirabile frà
gli altri, ne’tempi noſtri, è quello che fu lauorato da Gio-
uan’Maria Barocci noſtro cõpatriota, e donato à Pio V.
Molto artificioſi ſono quelli an cora che hoggi fabrica Pie
tro Griffi da Peſaro, huomo ſingolare nell’arte de’ moti, e
di marauiglioſo ingegno. Nondimeno io non finiſco di
ammirare la diligenza di colui che glirin chiuſe in vn caſ
ſone d’anello, efece sì, che non ſolamente con l’indice;
ma con la percoſſa ancora diuideſſero il tempo. Creſce
nondimeno in me la marauiglia nell’v dire (e forſe è coſa
in quei paeſi notiſsima) che vn’Artefice di Norimberga,
all’entrata dell Imperatore in quella Città, fabricò vn’A-
quila, che volando ſe n’an dò in contro all’Imperatore, e ri
tornando in dietro ſimilmente l’accompagnò infino alle
porte della Città; e che vn’altro fabricò vna Moſca di
ferro, laquale come vſcitagli dalle maniſe ne volaua