Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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190166DELLA FORZA DE’ CORPI creſciuti il vento, e il mare; perchè il governator
della nave fece chiedere alla Signora Principeſſa
ſe voleſse andar più avanti;
et ella a me rivolta mi
domandò, ſe quel cammino mi deſse moleſtia;
et
avendo io rilpoſto, che anzi grandiſſimamente mi
dilettava, diede ordine al governatore, che andaf
ſe oltre ſeguendo il vento, e così diſpenſaſse tutto
quel giro, che la ſera poteſſimo eſsere a Pozzuo-
lo.
E già naſcoſtociſi quaſi del tutto il vago aſpetto
di Napoli, cominciavano a coprirſi le umili, e di-
lettoſe rive di Baja, ne più vedevanſi ſe non da
lungi le verdeggianti cime del ſempre lieto Pauſi-
lipo, e della ridente Mergillina.
Quando io, a-
vendo un poco vagheggiato con gliocchi l’ immen-
ſo ſpazio del mare, che ormai da tutte le parti
vieppiù allargavaſi, rivolto a compagni, eccomi,
diſſi, diſpoſto a pagar quel debito, che m’ era uſci-
to della mente;
di che mi ſpedirò ſubito, come
buon pagatore, e con poche parole.
Io voglio
dunque concedere ciò, che fino ad ora ho negato,
che le ſerie nel loro aprirſi premano i globiegual-
mente;
che ſeguano a premerli egualmenteper tut-
ti li ſpazietti Nr, Cm;
che gli facciano correre
ſecondo le leggi della gravità;
e che ſcorrendo l’ un
d’ eſſi lo ſpazio Nr qnadruplo, e mettendovi tem-
po doppio, vi acquiſti doppia velocità.
Non può
egli farſi tutto ciò per una preſſione producitrice
della velocità ſenza più?
Imperocchè ſe amendue
le ſerie premono i globi egualmente, quanto è fa-
cile, che ſeguitando l’ una a premere per

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