Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1S, T, V, X. Si prenda AM per il peso maggiore, che ha da equiponderare
all'altro minore LC. È chiaro ch'essendo X il centro di gravità di questo,
e S il centro di gravità di quello, si potranno i due pesi riguardar come
bilanciati agli estremi della linea SX sostenuta in T, centro di gravità di
tutto il solido, cosicchè sia TX il maggior braccio di tal Bilancia, e TS il
minore.
Ora, prosegue a dir lo Stevino, “ il faut demonstrer que la pesanteur
majeure LD est a la moindre LC comme le long rayon TX au plus court TS ”
ciò che si fa dall'Autore in assai facile modo, perchè i due cilindri LD, LC,
avendo basi eguali, stanno come le altezze PV, VQ, le quali stanno come 4:2.
Ma anche TX sta a ST come due sta ad uno, ossia come 4:2, dunque
LD:LC=TX:ST.
Se poi si vuol dividere il cilindro equilibrato in due parti incommen­
surate e incommensurabili, la conclusione è la medesima, come passa a di­
mostrar lo Stevino nel suo secondo esempio, supponendo ch'esso cilindro,
259[Figure 259]
Figura 68.
rappresentato in AC (fig.
68), sia dal
piano EF, parallelo alla base AD, se­
gato in due porzioni qualunque AF,
EC.
Sia poi condotto l'asse GH: nei
punti M, metà dello stesso GH, K
metà di GI, L metà di IH saranno co­
stituiti i centri di gravità del solido
intero e della maggiore e della minor
parte di lui.
Poste le quali cose “ il faut demonstrer que comme le corps
ou pesanteur (les quels sont icy de mesme à cause de leur proportion, car
comme le corps EFDA au corps EFCB ainsi la pesanteur de celuy-la a ce­
luy-cy, d'autant que la colomne est de tout costé de pesanteur uniforme) de
EFDA a EFCB, ainsi le long rayon ML au plus court MK ” (ivi, pag.
437):
e ciò fa l'Autore in tre articoli, che si possono compilare nel modo seguente.
Avendo i due cilindri le basi eguali saranno proporzionali alle altezze
o alle loro metà, per cui avremo AF:EC=KI:IL.
Se ora a MH e a MG
eguali s'aggiunga KM otterremo una nuova eguaglianza HK=MG+KM,
dal primo termine della quale tolto GK, e dall'altro KI, essendo le quantità
tolte eguali, eguali pure saranno le rimanenti, le quali facilmente si ridu­
cono a IH/2=IL=KM: all'una e all'altra delle quali due ultime quan­
tità eguali aggiungendo IM s'avrà ML=KI.
Così preparate le cose, un
passo solo conduce all'ultima conclusione, perchè l'eguaglianza AF:EC=
KI:IL, sostituitovi ML a KI, e KM ad IL, si trasforma nell'altra AF:EC=
ML:KM, come dovevasi dimostrare.
“ On pourroit encor, soggiunge lo Stevino, repliquer que cesta demon­
stration tient lieu entre les corps de matiere uniforme, et qui font ensemble
una colomne, pour a quoy subvenir s'ensuit la regle generale .... ” (ivi) e
passa a dimostrar che vale la medesima regola anco se i corpi son disformi,

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