Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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195171LIBRO II. D. Serao, che quella non foſſe e molto ingegnoſa,
e molto bella, e molto forte, fareſte ingiuria al
chiariſſimo, e incomparabil Bernulli, che già la
propoſe negli atti di Liſpia dell’ anno 1735;
ne
dubitò di anteporla, come argomento invittiſſimo,
a tutte le ragioni, che addur ſi poteſſero per di-
moſtrare la forza viva di Leibnizio.
E’forſe quel-
la, diſſi io, che egli adduſſe in un ſuo ſottiliſſimo ra-
gionamento, nel qual preſe a ſpiegare la vera no-
zione della forza viva, e conchiuſe dover lei eſſe-
re una cotal forza ſoſtanziale?
Quella appunto, diſ-
ſe allora il Signor D.
Serao; e pare, che voi l’ ab-
biate preveduta;
tante coſe avete ultimamente det-
te, che pajono dette a poſta per oſcurarne la
chiarezza e lo ſplendore;
il che però faccendo,
e quaſi premunendovi, avete moſtrato di aver-
ne qualche paura;
ne io mi rimarrò di dirla,
benchè voi abbiate così mal diſpoſto gli animi
di queſti Signori ad aſcoltarla.
Avendo così detto
il Signor D.
Serao, et eſſendoſi riſo alquanto, ſog-
giunſe:
egli mi converrà, s’ io voglio eſſer chia-
ro, aggiungere una terza figura a quelle due, che
avete già per le mani;
e tratto fuori calamajo, e
penna diſegnò una figura, di cui toſto furono
fatte più copie, acciocchè poteſſe ciaſcuno aver-
ne una dinanzi agli occhi.
Il che come fù fatto,
incominciò il Signor D.
Serao, riguardando nel-
la figura ſteſſa, a dire:
ſia AL una ſerie compo-
11F. III. ſta di cinque elaſtri, i quali, per non perder tem-
po a deſcriverli, voglio, che ſieno quei

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