Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1cre in C, e co'pesi A, D in equilibrio, secondo la nota proporzione D:A=
AC:CD.
Si trasporti A in B, in distanza eguale dal centro: non verrà per
questo alterata in nulla quella prima equiponderanza, la ragion della quale,
posta BC invece di CA, e B invece di A, sarà espressa in quest'altra forma
D:B=BC:CD.
Nella seconda maniera di Guidubaldo, e in quella che
imitò da lui Galileo, si riducono le lunghe parole a questo breve discorso,
che si legge scritto così in una Nota di Leonardo:
“ Se la lieva è doppia della contrallieva, tanto fa al motore avere il
peso in mezzo alla lieva, quanto nel termine della contrallieva.
Provasi, e
sia CD la lieva, CA la contrallieva, la quale è per la metà d'essa lieva.
E
se il peso sarà applicato nel mezzo della lieva in B, allora tanto ne sentirà
il sito C, quanto ne sente D, perchè le distanze CB, e DB, ch'el sostengono,
sono uguali, e per la nona di questo libro tal fia la proporzione de'pesi, che
sente li sostentacoli del peso da lor sostenuto, qual'è quella delle distanze,
che hanno li centri de'sostentacoli dal centro del grave sospeso.
Adunque
è concluso che C, D sostentacoli si caricano ugualmente di B peso.
Oltre a
di questo, se il peso B fia trasmutato tanto al di là del fine della lieva,
quanto era di qua, il motore D sentirà tanto peso del grave trasmutato,
quanto esso si sentissi di prima.
Provasi: CD lieva del motore D è doppia
alla contrallieva del mobile A, adunque D motore sente la metà del mobile,
come sentire solea, quando esso mobile era in B, e così è concluso il nostro
intento ” (Manuscr.
G cit., fol. 63).
Riman qui Leonardo nel solo modo di dimostrare superiore a Guidu­
baldo, ma altrove, ciò che più importa, lo vince, quando sia per inusitati
sentieri da giungere alla scoperta del vero.
Le proposizioni VIII e IX De
vecte son manifestamente false, e farebbe gran maraviglia che non avessero
l'esperienze fatto ravveder de'suoi errori l'Autore, se avesse saputo il modo
di applicare all'estremo braccio della leva inclinata la giusta direzione della
potenza.
“ Sit vectis AB (fig. 96),
287[Figure 287]
Figura 96.
egli dice, horizonti aequidistans, cu­
ius fulcimentum C, pondus autem
BD, eiusdem vero gravitatis centrum
sit supra vectem uhi H, sitque po­
tentia sustinens in A.
Moveatur dein­
de Vectis AB in EF, sitque pondus
motum in FG: dico primum mino­
rem potentiam E sustinere pondus
FG, vecte EF, quam potentia in A
pondus BD, vecte AB.... Sit deinde
vectis in QR, et pondus in QS, cuius centrum gravitatis sit O: dico maio­
rem requiri potentiam in R ad sustinendum pondus QS, quam in A, ad
pondus BD ” (Mechanic., lib.
cit., fol. 44, 45).
La ragione di questi asserti la fa Guidubaldo dipendere dalle interse­
zioni delle perpendicolari condotte sulle Leve dai centri di gravità dei pesi,

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