Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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198174DELLA FORZA DE’ CORPI ramente dovere un certo punto della ſerie rima-
nerſi immobile, e queſto eſſere il punto C, in cui
è il centro ſteſſo della gravità dei globi;
e rima-
nendoſi eſſo immobile, verrà la ſerie tutta ad eſ-
ſer ſempre diviſa in due parti, l’ una delle qua-
li ſi ſcaglierà da C verſo L, l’ altra da C verſo
A, quella quadrupla di queſta.
Le quali coſe ſo-
no chiariſſime, ſe io già, dicendole troppo ſtret-
tamente, non le aveſſi fatte oſcure.
Qui parve,
che il Signor D.
Serao ſi fermaſſe di nuovo. Al-
lora il Signor Marcheſe di Campo Hermoſo, mi
par, diſse, che tutto abbiate eſpoſto chiariſſima-
mente;
ſolo vorrei, che mi eſponeſte una coſa,
che non avete detta.
Qual è? diſse il Signor D.
Serao. Voi, riſpoſe allora il Signor Marcheſe,
avete ſuppoſta una proporzion molto comoda,
ſupponendo il globo A quadruplo del globo L;

perchè così il centro di gravità C ſi trova eſſere
un punto, per cui paſſa la ſerie ſteſſa, appoggian-
doviſi con due lati BC, DC.
Ora io vorrei ſa-
pere, ſe le coſe dette da voi doveſſero pur rima-
nere, o in qualche parte cangiaſſero, caſo che il
globo A non foſſe più quadruplo del globo L;

ma gli aveſſe altra proporzione;
foſſe per eſem-
pio triplo;
onde il centro comune della gravi-
tà dei globi cadeſſe non più in C, ma in t, per
dove la ſerie non paſſa.
Se il globo A, diſſe al-
lora il Signor D.
Serao, foſſe, come vi piace or
di ſupporre, triplo del globo L;
e il centro co-
mune della gravità foſse in t, per dove la

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