Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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              secondo le linee equidistanti AF, ED, IB, le corde NAFM, XEDK, QIBR, e
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              dalla parte AI penda attaccato il cilindro grave NQ, il quale sia sospeso da
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              tutt'e tre le corde in sito orizzontale e parallelo alla AI. Dall'altra parte
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              della FB pendano, dai tre capi delle corde, i tre gravi U, S, T eguali in
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              mole e in peso ciascuno a ciascuno, e tra tutti e tre di egual peso che il
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              cilindro
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              <s>“ Essendo dunque i tre gravi pendenti, come se fossero attaccati co'loro
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              centri di gravità ugualmente distanti l'un dall'altro, dunque, per la V di
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              Archimede, il centro della gravezza composta di tutti e tre sarà nel punto
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              D, sicchè tutto il peso di tutti e tre gravita massimamente in D, esercitando
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              l'istessa gravità, attaccati ne'punti F, D, B, come se tutti e tre fossero at­
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              taccati in D, e così il cilindro NQ è come se fosse attaccato solamente in
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              E, e l'istesso peso sente la libbra ED, quando il cilindro pende dai punti
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              A, E, I, come quando pende da E solamente. </s>
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              <s>“ Essendo dunque in questo modo pesi uguali attaccati in distanze uguali
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              dalla libbra ED, si farà l'equilibrio, e la colonna equipondererà alli tre pesi. </s>
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              Ma i tre pesi attaccati in F, D, B gravitano a parte, come appesi tutti in­
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              sieme al punto D, e la colonna sospesa come prima in A, E, I gravita come
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              sospesa solamente dal punto E; dunque anco in questo stato il peso S non
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              può se non sostenere del peso NQ, attaccato in egual distanza a quella
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              d'onde egli stesso è sospeso; non può dico sostenere se non quella parte,
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              che sarà uguale a lui medesimo. </s>
              <s>Ma il peso di esso è una terza parte del
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              cilindro NQ, per il supposto, ponendo tutti e tre eguali a tutto NQ, adun­
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              que il peso S sostiene la terza parte del peso
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              Adunque le rimanenti
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              due terze parti son sostenute dalli pesi U, T. </s>
              <s>Ma questi sono tra loro uguali,
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              e costituiti nel medesimo modo rispetto alla libbra ED, dunque sostengono
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              ugualmente, e però anch'essi sostengono una terza parte del cilindro ” (ivi). </s>
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              <s>Seguita a questa proposizione un corollario, in cui dichiara l'Autore la
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              sua intenzione di applicare i dimostrati principii alle Taglie. </s>
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              cogliesi, egli dice, che se, invece delli tre pesi pendenti ed eguali, s'inten­
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              deranno applicate tre forze eguali, una per una alle corde NA, XE, QI, che
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              per appunto sostenessero il grave NQ orizzontalmente; ciascuna di queste
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              forze è uguale alla terza parte del peso sostenuto. </s>
              <s>Di qui, s'io non erro,
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              dimostrerò meglio del signor marchese Guidubaldo le proposizioni delle Ta­
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              glie, considerando nelle corde che sostengono il peso essere applicate forze
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              eguali tra di loro. </s>
              <s>La qual considerazione sarà verissima, perchè finalmente
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              la sola forza, ch'è posta nel capo della corda che s'avvolge alle girelle, è
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              quella che tien per tutto tirata la corda, e che si va per tutto insinuando
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              in essa, come a suo luogo dichiareremo, e dimostreremo le proposizioni delle
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              Taglie, senza considerare in esse i sostegni, come fa Guidubaldo, i quali non
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              pare che vi abbiano luogo ” (ivi, fol. </s>
              <s>90). </s>
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              <s>La meccanica delle Taglie veniva, per così fatte considerazioni, ridotta
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              alla sua perfezione, raggiuntasi assai presto in Italia por opera di Guidu­
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              baldo e dell'Aggiunti. </s>
              <s>Ma sulla fine del secolo XV si comprendevano insieme </s>
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