Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1le specuìazioni dei due Autori dai Matematici di quei tempi, che gli avevano
preceduti, com'apparisce dai documenti rimastici ne'manoscritti di Leonardo
da Vinci.
Riconoscendo anche nelle Taglie la natura propria a tutte le mac­
chine, facevano consistere la loro essenzial virtù nel sostegno, il quale in
questo caso è la mensola che sostenta il peso, non immediatamente, ma me­
diante un filo o una fune a cui si attacca.
Riprendendosi in mano cotesto
filo, si veniva a riprendere anche tutta insieme la prima deposta fatica, ma,
sperimentando e ragionando a quel modo che facevasi dianzi intorno al Piano
e alla Leva, s'ebbe a riconoscere facilmente che si poteva esercitar, non
avendola tutta, una forza parziale coll'incaricarsi di una parte del peso, ri­
lasciandone a sostenere alla mensola il resto.
Così, supposto che sia GF nella
precedente figura 97, una mensola, alla quale sieno attaccati i due capi G, F
della corda GCF, che infilata in una puleggia o in un anello sostenga il peso A
di sotto, lasciando fermo il capo F e solo prendendo l'altro capo G in mano,
si sentirà questa alleggerita della metà dello sforzo.
Facilissimo era poi trovar modo di far sostenere alla mensola qualun­
que altra parte del peso maggiore della metà, col moltiplicar, per mezzo di
una traversa ferma di sopra, alle corde i punti di appoggio, e per mezzo di
un'altra traversa di sotto i punti di attacco.
S'immagini infatti di aver fer­
mata in ACB (fig.
100) la traversa AB, la quale possa nella sua lunghezza
dar luogo a più punti di appoggio, e da quel di mezzo C penda la corda
291[Figure 291]
Figura 100.
CD, alla quale sia in D legata la tra­
versa EF, che sostiene il peso G nel
suo mezzo.
Presi i quattro punti di
appoggio O, M, N, I e P, H, L, K re­
spettivi punti di attacco delle corde
OP, MH, NL, IK, è facile intendere
come sciolta la CD le quattro che la
suppliscono sostengano ciascuna la
quarta parte di tutto il peso, cosic­
chè se il capo della fune O sia so­
stenuto dal braccio di un uomo, que­
sto, per sostenere il grave pendente, non ha da far che sola una quarta parte
dello sforzo.
E perchè si può a piacere moltiplicare il numero delle corde,
s'intende come si può a piacere incaricarsi di qualunque piccolo peso, la­
sciandone tutto il resto al sostegno.
Andava però così bene il discorso, quando si trattava di sostenere, ma
trattandosi di movere, non era questo lo strumento adattato al bisogno.
Vo­
levano essere le funi, non fisse, ma scorrevoli, e comunicantisi la forza l'una
all'altra, ciò che facilmente s'otteneva, fissando ne'punti R, S, T, U altret­
tante girelle, sulle quali scorrendo, si continuasse una fune dall'uno all'al­
tro suo estremo.
Era questa la natura delle Taglie, che rappresentavasi nelle specula­
zioni di Leonardo, il quale, ritraendo nel suo modo di dimostrare il modo

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