1che ha 2B sopra uno, è uno, il quale uno, non avendo chi il sostenga in A,
discende libero. Adunque non ha sostantacolo, e non avendo sostentacolo,
non li è proibito il moto. Adunque M stremo della Bilancia non sente tale
eccesso, perchè chi cade non è sostenuto ” (ivi, fol. 13 a t.).
discende libero. Adunque non ha sostantacolo, e non avendo sostentacolo,
non li è proibito il moto. Adunque M stremo della Bilancia non sente tale
eccesso, perchè chi cade non è sostenuto ” (ivi, fol. 13 a t.).
Confermavano sempre più questi fatti sperimentali Leonardo nell'opi
nione che pigliassero le Taglie virtù di movere dalle funi, e che non si ri
ducessero perciò se non che dalla lontana alla natura del Vette, della quale
cosi strettamente partecipa l'Asse nella rota. Appartengono, comunque sia,
ambedue i detti strumenti all'ordine di quelle macchine, che sostengono per
sospensione dentro un'area assai circoscritta del piano, a cui si riducono
insomma esse Macchine tutte, come a elemento primario, e le varie accli
vità del quale son che danno ora maggiore, ora minore virtù di movere al
Cuneo e alla Vite. Le leggi statiche di questi principali organi motori fu
rono, com'apparisce dall'ottavo libro di Pappo, dagli antichi poco ben co
nosciute, e dovendosi ora narrar da noi come e quando venissero i moderni
ad averne la desiderata notizia, si dovrebbe incominciare dal Piano inclinato.
Da lui anzi, come da principal fondamento meccanico, avrebbe dovuto mo
vere il nostro discorso, ma le ragioni che ce ne sviarono allora ci consi
gliano a non ridurci in via, se non che dopo aver detto di quel poco, che
dallo stesso piano inclinato distingue nell'operare il Cuneo e la Vite.
nione che pigliassero le Taglie virtù di movere dalle funi, e che non si ri
ducessero perciò se non che dalla lontana alla natura del Vette, della quale
cosi strettamente partecipa l'Asse nella rota. Appartengono, comunque sia,
ambedue i detti strumenti all'ordine di quelle macchine, che sostengono per
sospensione dentro un'area assai circoscritta del piano, a cui si riducono
insomma esse Macchine tutte, come a elemento primario, e le varie accli
vità del quale son che danno ora maggiore, ora minore virtù di movere al
Cuneo e alla Vite. Le leggi statiche di questi principali organi motori fu
rono, com'apparisce dall'ottavo libro di Pappo, dagli antichi poco ben co
nosciute, e dovendosi ora narrar da noi come e quando venissero i moderni
ad averne la desiderata notizia, si dovrebbe incominciare dal Piano inclinato.
Da lui anzi, come da principal fondamento meccanico, avrebbe dovuto mo
vere il nostro discorso, ma le ragioni che ce ne sviarono allora ci consi
gliano a non ridurci in via, se non che dopo aver detto di quel poco, che
dallo stesso piano inclinato distingue nell'operare il Cuneo e la Vite.
Aristotile, nella sua XVII Questione
meccanica ridusse le virtù del Cuneo a
quelle del Vette, così dicendo: “ Sit
Cuneus ubi ABC (fig. 103), quod vero
cuneo scinditur DEFG: Vectis igitur fit
ipsa AB, pondus vero ipsius B inferior
pars, hypomochlion autem DG, huic au
tem contrarius vectis BC. Percussa igi
tur AC, utroque illorum utitur vecte:
scindit enim ipsum B ” (Operum, T. XI
cit., fol. 33 a tergo). Nè altro par che
s'aggiungesse dagli Antichi a dichiarar
294[Figure 294]
meccanica ridusse le virtù del Cuneo a
quelle del Vette, così dicendo: “ Sit
Cuneus ubi ABC (fig. 103), quod vero
cuneo scinditur DEFG: Vectis igitur fit
ipsa AB, pondus vero ipsius B inferior
pars, hypomochlion autem DG, huic au
tem contrarius vectis BC. Percussa igi
tur AC, utroque illorum utitur vecte:
scindit enim ipsum B ” (Operum, T. XI
cit., fol. 33 a tergo). Nè altro par che
s'aggiungesse dagli Antichi a dichiarar
294[Figure 294]
Figura 103.
meglio la natura, e a spiegar gli effetti dello strumento, giacchè Pappo, li
mitandosi a darne al solito una brevissima descrizione, fa notar solamente
così in generale che “ quanto Cunei angulus minor est, tanto facilius agit ”
(Collectiones mathem. cit., pag. 486).
meglio la natura, e a spiegar gli effetti dello strumento, giacchè Pappo, li
mitandosi a darne al solito una brevissima descrizione, fa notar solamente
così in generale che “ quanto Cunei angulus minor est, tanto facilius agit ”
(Collectiones mathem. cit., pag. 486).
Guidubaldo fra'moderni è de'primi, che siasi studiato di cogliere da
varii aspetti la versatile natura del Cuneo, e dop'avere accennato all'opi
nion di Aristotile soggiunge sembrargli assai più conveniente il ridurre il
modo dell'operare dello strumento a quello di una Leva di secondo genere,
cosicchè, se sia ABC il Cuneo, come nella precedente figura, e GDEF il
corpo da scindersi verso le duo opposte parti IG, RD. “ IG movebitur a
puncto I vecte AB, cuius fulcimentum B. Punctum enim I tangit pondus,
et instrumenta movent per contactum. Similiter RD movebitur ab R vecte
varii aspetti la versatile natura del Cuneo, e dop'avere accennato all'opi
nion di Aristotile soggiunge sembrargli assai più conveniente il ridurre il
modo dell'operare dello strumento a quello di una Leva di secondo genere,
cosicchè, se sia ABC il Cuneo, come nella precedente figura, e GDEF il
corpo da scindersi verso le duo opposte parti IG, RD. “ IG movebitur a
puncto I vecte AB, cuius fulcimentum B. Punctum enim I tangit pondus,
et instrumenta movent per contactum. Similiter RD movebitur ab R vecte