1proporzione della semplice gravità del corpo F alla semplice gravità del corpo
H sì come quella della DC alla DA: dico li detti dui corpi gravi essere in
tai siti over luochi di una medesima virtù over potentia ” (Ediz. cit., fol. 97).
H sì come quella della DC alla DA: dico li detti dui corpi gravi essere in
tai siti over luochi di una medesima virtù over potentia ” (Ediz. cit., fol. 97).
La promessa dimostrazione si conclude dalla proposizion precedente così
annunziata: “ La equalità della declinatione è una medesima equalità de
peso ” (ivi, fol. 96 a tergo), e da Leonardo, come si riferì altrove: “ li pesi
eguali mantengono le gravità eguali nelle obliquità eguali ” (MSS. E, fol. 58).
Il Tartaglia lo dimostra assai facilmente dai professati principii perchè, posto
il medesimo peso ora in E ora F, sul medesimo declivio DC, scendendo per
tratti uguali EC, FG, si accosta ugualmente al comun centro dei gravi, es
sendo i due diretti FM, EN eguali, e perciò serbano sempre eguali i mo
menti. “ Adunque il detto corpo ponderoso si essendo nel ponto F come
nel ponto E in quantità over decensi equali capirà equalmente del diretto,
sarà di una medesima gravità in qual si voglia di quelli ” (Quesiti cit.,
fol. 97). Di qui scende immediatamante che le due obliquità DC, DA, pren
dendo ugualmente del diretto DB, debbono le gravità E, H, star come le
quantità delle respettive discese, ossia come DC ad AD, ed è tanto la con
clusione, come si diceva, immediata e diretta, che, volendosi provare il Tar
taglia a dimostrarla, non sa trovare altri termini, che quelli della riduzione
agli assurdi. Nonostante, dop'essere stato pazientemente don Diego ad ascol
tare, ebbe a dire verso Nicolò, che aveva appena allora finito il suo di
scorso: “ Questa è stata una bella speculatione et me e piaciuta assai ”
(ivi, fol. 97 a tergo).
annunziata: “ La equalità della declinatione è una medesima equalità de
peso ” (ivi, fol. 96 a tergo), e da Leonardo, come si riferì altrove: “ li pesi
eguali mantengono le gravità eguali nelle obliquità eguali ” (MSS. E, fol. 58).
Il Tartaglia lo dimostra assai facilmente dai professati principii perchè, posto
il medesimo peso ora in E ora F, sul medesimo declivio DC, scendendo per
tratti uguali EC, FG, si accosta ugualmente al comun centro dei gravi, es
sendo i due diretti FM, EN eguali, e perciò serbano sempre eguali i mo
menti. “ Adunque il detto corpo ponderoso si essendo nel ponto F come
nel ponto E in quantità over decensi equali capirà equalmente del diretto,
sarà di una medesima gravità in qual si voglia di quelli ” (Quesiti cit.,
fol. 97). Di qui scende immediatamante che le due obliquità DC, DA, pren
dendo ugualmente del diretto DB, debbono le gravità E, H, star come le
quantità delle respettive discese, ossia come DC ad AD, ed è tanto la con
clusione, come si diceva, immediata e diretta, che, volendosi provare il Tar
taglia a dimostrarla, non sa trovare altri termini, che quelli della riduzione
agli assurdi. Nonostante, dop'essere stato pazientemente don Diego ad ascol
tare, ebbe a dire verso Nicolò, che aveva appena allora finito il suo di
scorso: “ Questa è stata una bella speculatione et me e piaciuta assai ”
(ivi, fol. 97 a tergo).
Piacque poi il teorema anche a Simeone Stevino, il quale, dato mano
a costruire quella nuova Bilancia, trovò che veramente i fatti rispondevano
alle speculazioni, perchè legate le due sfere H, F a un filo, scorrevole sulla
puleggia P, se le gravità di esse sfere son proporzionali per il medesimo
ordine, come diceva il Tartaglia, ai lati del triangolo DC, DA, si fanno in
sieme equilibrio. Allettato il Matematico di Bruges da un'invenzione, che
nella sua semplicità ebbe a ritrovar tanto bella, si mise dietro amorosa
mente ad accarezzarla, e gli riuscì di aggiungerle nuova bellezza, ch'egli
stesso poi descrisse così nel teorema XI della sua Statica:
a costruire quella nuova Bilancia, trovò che veramente i fatti rispondevano
alle speculazioni, perchè legate le due sfere H, F a un filo, scorrevole sulla
puleggia P, se le gravità di esse sfere son proporzionali per il medesimo
ordine, come diceva il Tartaglia, ai lati del triangolo DC, DA, si fanno in
sieme equilibrio. Allettato il Matematico di Bruges da un'invenzione, che
nella sua semplicità ebbe a ritrovar tanto bella, si mise dietro amorosa
mente ad accarezzarla, e gli riuscì di aggiungerle nuova bellezza, ch'egli
stesso poi descrisse così nel teorema XI della sua Statica:
“ Soit accomodè a l'entour
du triangle ABC (fig. 108) un
entour de 14 globes egaux en
pesanteur, en grandeur, et equi
distans comme D, E, F, G, H, I,
K, L, M, N, O, P, Q, R, enfilez
d'une ligne passant par leurs
centres, ainsi qu'ils puissent tour
ner sur leurs subdits centres, et
qu'il y puisse avoir 2 globes sur
le coste BC, et 4 sur BA: alors,
comme ligne a ligne, ainsi le
299[Figure 299]
du triangle ABC (fig. 108) un
entour de 14 globes egaux en
pesanteur, en grandeur, et equi
distans comme D, E, F, G, H, I,
K, L, M, N, O, P, Q, R, enfilez
d'une ligne passant par leurs
centres, ainsi qu'ils puissent tour
ner sur leurs subdits centres, et
qu'il y puisse avoir 2 globes sur
le coste BC, et 4 sur BA: alors,
comme ligne a ligne, ainsi le
![](https://digilib.mpiwg-berlin.mpg.de/digitallibrary/servlet/Scaler?fn=/permanent/archimedes/caver_metod_020_it_1891/figures/020.01.1991.1.jpg&dw=200&dh=200)
Figura 108.