Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Pietro Herigon, per rendere quella intenzione più sincera e più mani­
festa
, fece alla dimostrazione fisica precedere la matematica, componendo
insieme
e riducendo a più compendiosa semplicità il teorema del Tartaglia e
l
'esperienza dello Stevino.
Nel trattatello di Meccanica, compreso nel III Tomo
del
Corso matematico, la proposizione VIII è così formulata: “ Si recta, a
vertice
trianguli ad basim ducta, sit perpendicularis horizonti, pondera su­
per
lateribus trianguli, habentia eamdem proportionem quam latera, aequi­
ponderant
(Paris 1644, pag.
300).
Sia D (fig. 109) il grave sul piano AC equilibrato dall'altro grave G,
che
libero scende lungo CB.
Presa AE=CB, l'ascesa virtuale del primo
sarà
EF, e la discesa del secondo nel me­
desimo
tempo sarà CB, e deve, per i prin­
cipii
statici professati dal Tartaglia, aversi
D
:G=CB:EF=AC:AE, ossia CB, per
costruzione
.
Hinc perspicuum est, dice
propriamente
l'Herigonio, pondus D ad
pondus
, quo in lineam CB gravitat, habere
eamdem
proportionem quam AC ad CB
(ibid.).
300[Figure 300]
Figura 109.
A confermar coi fatti, e a render di più facile intelligenza la mecca­
nica
proposizion con gli esempii, il parigino Compilator della scienza mate­
matica
universale di allora, così soggiunge: “ Si pondera habentia eamdem
proportionem
, quam habent trianguli, non essent situ aequilibra, sequere­
tur
fieri posse motum continuum circa triangulum.
Atqui hoc est absurdum,
cum
Natura nihil suscipiat quod non exequatur, igitur, pondera, habentia
eamdem
proportionem quam latera trianguli, sunt situ aequilibra (ibid.,
pag
.
303). Il moto continuo che ne seguiredbe lo dimostra l'Herigonio a
modo
dello Stevino, se non che trasforma i globi infilati in un tubo pieno
d
'acqua, disposto come si rappresentavan dianzi quegli stessi quattordici globi
nella
figura steviniana.
Il liquido dunque, per non incorrere nell'assurdità
del
moto perpetuo, dee essere in A e in C in equilibrio, ossia debbono es­
sere
ivi le due pressioni uguali.
Cum igitur aqua tubi non perpetuo mo­
veatur
, necesse est potentiam descensus aquae tubi AB esse aequalem po­
tentiae
descensus tubi BC, quod erat demonstrandum (ibid., pag.
305).
Queste tradizioni della scienza non fu solo l'Herigonio a raccoglierle,
ma
lo imitarono anche altri di que'tempi, fra quali si gloria di essere stato
il
primo Claudio Beriguardi.
Nella terza parte de'suoi Circoli pisani, cir­
colo
VI, confessa che della discesa dei gravi trattarono accuratamente Ga­
lileo
e il Torricelli, ma soggiunge ch'egli stesso aveva concluso quelle me­
desime
verità da altri principiiXX annis antequam illi de ea re quidquam
vulgassent
(Patavii 1660, pag.
307). Non dice però, come sarebbe stato

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