Heron Alexandrinus, Spiritali di Herone Alessandrino

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              ſtituiſce la machina: ingegnoſo, perche nella iſquiſitezza del-
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              le machine vi hà più parte l'ingegno de l'artefice, che la mate-
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              ria: di coſe, come ſono legni, ferro, corde, nerui, acqua, aria,
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              ſpirito, e ſimili: proportionate, hauendo riguardo alla forma,
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              al ſito, al tempo, alla diſtanza: atto à operare con violenza,
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              perche ſi fabricano tutte le machine, ò per dare il moto à coſe
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              che non l'hanno, ò per accreſcere il loro moto naturale, ò per
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              mouerle in contrario di quello, che ſi mouerebbono natural-
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              mente: l'arte di farle ſtà fondata, come ſi è detto, parte nelle
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              ragioni, parte ne l'iſperienza; l'iſperienza è vna notitia ac-
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              quiſtata col mezzo di molte proue ſimili appreſe da i ſenſi; l'ar-
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              tefice ineſperto molte volte non conſeguiſce il fine, per cagio-
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              ne della materia che tratta, la cui natura è à lui forſe mal no-
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              ta, ma chi opera col mezzo de l'iſperienza, tutto che non ſap-
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              pia la ragione de gli effetti, la pratica li è guida, ne lo laſcia in
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              tutto errare, tuttauia l'iſperienza è pure aſſai men nobile de
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              l'arte.</s>
              <s> L'inſtrumento è differente dalla machina; perche è più
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              ſemplice, come ſono il martello, la ſega, e ſimili, euui anco
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              vn'altra differenza, che l'inſtrumento non ſi moue à operare
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              da ſe, ma qualche machina ſi bene.</s>
              <s> Opera è quel lauoro, che
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              reſta dopo l'operatione de l'arte.</s>
              <s> Operatione è quel progreſ-
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              ſo, che fà l'arte mentre lauora.</s>
              <s> Fine è quello, al quale s'indriz-
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              zano l'operationi da l'operante.</s>
              <s> L'ordine è quello che contie-
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              ne il prima, e'l poi nella locatione delle parti: l'oppoſito ſuo
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              è la confuſione.</s>
              <s> Proportione è comparatione di parti d'vn
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              medeſimo genere, che tẽdono à l'iſteſſo fine Diſpoſitione è di
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              due ſorti, vna che viene dal caſo, ò dalla neceſsità, l'altra da
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              l'arte ch'inſegna che coſa, in che luogo porre ſi conuenga, ò
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              vero come diſſe Vitruuio, è atta colocatione delle coſe.</s>
              <s> Spi-
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              rito quello che ſia, e da diuerſi diuerſamente conſiderato, è dif-
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              finito, li Medici diſſero, che era quella facoltà diuiſa in tre par-
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              ti, cioè animale, vitale, e naturale, onde l'anima fà le ſue ope-
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              rationi.</s>
              <s> Ariſtotile volſe, che fuſſe aura, ò vento cagionato da
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              l'eſſalationi calde, e ſecche, quali aſcendendo alla ſeconda re-
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              gione de l'aria, e quiui perche ella ſi moue in giro, prendendo
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              il mouimento loro laterale diueniſſero venti; Ma i latini furo-
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              no di diuerſa opinione, cioè, che per eſſere l'aria di ſua natura
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