Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
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archimedes
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255
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dio Gottignes, ma da me variata in gran parte, e accomodata al mio intento. </
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/>
Ma perchè in Geometria non mi fido di me, la mando qui a V. S. Ill.ma,
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acciò mi faccia grazia di esaminarla, e vedere se sta a martello, e quando
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pur vi stia mi faccia grazia di motterla in più chiarezza, ed in miglior lume. </
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/>
Non ardirei incomodarla di tanto, se non sapessi che l'amore di V. S. Ill.ma
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/>
verso il nostro riverito maestro Galileo gli fosse per addolcire la noia ”
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/>
(MSS. Gal. </
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>Disc., T. CXLVII, fol. </
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>19). </
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>La proposizione meccanica inclusa in questa lettera del Ferroni veniva
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così formulata: “ Potentia, pondus sustinens in plano inclnato AC (fig. </
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s
>125),
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s
>Figura 125.
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ad potentiam idem pondus sustinendum
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/>
in perpendiculari CE, seu momentum
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/>
gravis in plano inclinato, ad momantum
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/>
absolutum, est reciproce ut perpendicu
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/>
laris CE ad inclinatam AC ” (ivi, fol. </
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>20).
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/>
La dimostrazione si allunga e si raggira
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/>
per i più elementari teoremi euclidei,
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/>
ma si spedisce in sostanza in poche pa
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/>
role, considerando HIL come una leva angolare col fulcro in I, con la po
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/>
tenza applicata in H, in direzione parallela ad AC, e con la resistenza in
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/>
L, cosicchè si avrà, per le notissime leggi archimedee, che sta la detta po
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/>
tenza alla sua respettiva resistenza come IL sta ad IH, o, per la similitu
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/>
dine de'triangoli, come CE sta ad AC. </
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main
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>Il proposito manifestato dal Ferroni di valersi dei moti equipollenti, in
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/>
segnatigli dal Viviani nelle cinque sopra riferite proposizioni, sarebbe riu
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/>
scito efficacissimo per soggiunger, dopo la verità conclusa dalla leva ango
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/>
lare, al Vanni una risposta, quando si fosse però quella equipollenza intesa
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/>
a dovere. </
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s
>Ma perchè vi si manteneva salva la falsa dottrina galileiana, che
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il momento per l'ipotenusa fosse uguale in potenza alla somma de'momenti
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/>
per i cateti, era impossibile al Ferroni e al Viviani, e a qualunque altro di
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/>
quella setta, il rispondere in modo che non ripetesse il Vanni stesso a loro
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/>
quel che avea detto allo Spoleti, che cioè ragionavano bene, ma che contro
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/>
il suo argomento non concludevano niente. </
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>Di qui è che lo zelo del Viviani,
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/>
rinfocolato da tanti, se ce ne fosse stato bisogno, che si rivolgevano a lui,
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s'ebbe a rimanere inerte in difender da que
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sta parte l'onor del suo Nume, e sopportare
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/>
in pace i sacrileghi insulti, e lasciar menar
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/>
galloria a chi vedeva fuggirglisi innanzi i pau
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/>
rosi. </
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>Anche lo zelante Discepolo, ritirato in di
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/>
sparte, mentre si faceva attorno così grande
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/>
schiamazzo, meditava fra sè, e poi scriveva così
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/>
di rincontro a una figura, che rammentava
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/>
quella del Vanni: “ Il grave A (fig. </
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s
>126) po
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/>
sato su due piani inclinati BC, BD violenta sul
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/>
l'uno e sull'altro, e compartisce il suo peso
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/>
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>Figura 126.</
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