1sperimentale Accademia fiorentina, si riscontrarono i moti dei sa
telliti di Giove sulle Effemeridi, che mandava il Renieri, ma forse
que'riscontri eran fatti, per ordine del principe Leopoldo, dal Vi
viani. Il Torricelli pare che non fosse molto inclinato a così fatti
esercizi, e in ogni modo, benchè gareggiasse col Fontana e si van
tasse di aver superato in perfezione i canocchiali di lui, non fece,
in Astronomia, nessuna scoperta. Nella Primavera del 1647 racconta
al Renieri come gli occorresse di veder Mercurio in congiunzione
con Venere “ e così all'improvviso, sul campanile del Duomo, di
scorrendo con alcuni giovani, che erano meco, feci un certo calco
laccio, per la prima volta che avevo veduto Mercurio, e conietturai
che egli di diametro reale fosse meno di otto miglia delle nostre ”
(MSS. Gal. Dis. T. XL, c. 13).
telliti di Giove sulle Effemeridi, che mandava il Renieri, ma forse
que'riscontri eran fatti, per ordine del principe Leopoldo, dal Vi
viani. Il Torricelli pare che non fosse molto inclinato a così fatti
esercizi, e in ogni modo, benchè gareggiasse col Fontana e si van
tasse di aver superato in perfezione i canocchiali di lui, non fece,
in Astronomia, nessuna scoperta. Nella Primavera del 1647 racconta
al Renieri come gli occorresse di veder Mercurio in congiunzione
con Venere “ e così all'improvviso, sul campanile del Duomo, di
scorrendo con alcuni giovani, che erano meco, feci un certo calco
laccio, per la prima volta che avevo veduto Mercurio, e conietturai
che egli di diametro reale fosse meno di otto miglia delle nostre ”
(MSS. Gal. Dis. T. XL, c. 13).
Alla morte del Torricelli, sopravvenuta inaspettatamente nel
l'anno stesso in cui scriveva queste parole, non cessò nel Granduca
Ferdinando il prnrito, e nel principe Leopoldo quella nobile e gen
tile predilezione, che egli ebbe sempre per le scienze sperimentali.
A tale servizio in corte fu sostituito quel Vincenzio Viviani, che si
soleva chiamar l'ultimo, ma il più affezionato dei discepoli di Ga
lileo. Che egli fosse anzi svisceratamente affezionato, lo dimostrò
nello zelo dell'illustrarne e diffonderne le dottrine, come, e anco
più, in sostener l'onore e rivendicarne i diritti delle scoperte. Fanno
al proposito le seguenti relazioni, che dava a un amico: “ Le dirò
ancora come tra quelle povere fatiche di matematica abbozzate da
me, dal 1639 fin al 1644, quando per servizio attuale del Serenis
simo G. D. mio Signore convennemi abbandonare sì fatti studi, io
pensavo di fare scelta di quella, che ne'continui impieghi e con la
poca salute che io mi trovavo, mi fosse stata di più facile esecu
zione. Questa era l'illustrazione e promozione delle opere di Galileo
mio Maestro, da accoppiarsi con la descrizione della sua vita, la quale
da ogni altro assai meglio sì, ma non già sì veridica nè di notizie
così copiosa potesse scriversi ” (MSS. Gal. Disc. T. CXLII, c. 130).
l'anno stesso in cui scriveva queste parole, non cessò nel Granduca
Ferdinando il prnrito, e nel principe Leopoldo quella nobile e gen
tile predilezione, che egli ebbe sempre per le scienze sperimentali.
A tale servizio in corte fu sostituito quel Vincenzio Viviani, che si
soleva chiamar l'ultimo, ma il più affezionato dei discepoli di Ga
lileo. Che egli fosse anzi svisceratamente affezionato, lo dimostrò
nello zelo dell'illustrarne e diffonderne le dottrine, come, e anco
più, in sostener l'onore e rivendicarne i diritti delle scoperte. Fanno
al proposito le seguenti relazioni, che dava a un amico: “ Le dirò
ancora come tra quelle povere fatiche di matematica abbozzate da
me, dal 1639 fin al 1644, quando per servizio attuale del Serenis
simo G. D. mio Signore convennemi abbandonare sì fatti studi, io
pensavo di fare scelta di quella, che ne'continui impieghi e con la
poca salute che io mi trovavo, mi fosse stata di più facile esecu
zione. Questa era l'illustrazione e promozione delle opere di Galileo
mio Maestro, da accoppiarsi con la descrizione della sua vita, la quale
da ogni altro assai meglio sì, ma non già sì veridica nè di notizie
così copiosa potesse scriversi ” (MSS. Gal. Disc. T. CXLII, c. 130).
Nonostante però la mal ferma salute e gli impieghi, fu il Vi
viani fecondissimo nello speculare e infaticabile nell'operare. A
raccogliere tutti insieme, e ad ordinare i varii teoremi, che dimostrò
e i varii problemi, che risolse intorno alle dottrine del moto, si
comporrebbe un Trattato di aggiunte e progressi ai Dialoghi delle
Nuove Scienze, che se cede al Torricelli nell'elegante facilità di
dimostrare, lo supera senza dubbio nella varietà e nell'abbondanza.
In Idrometrìa, il Viviani fu instancabile, e d'ogni parte traspira
viani fecondissimo nello speculare e infaticabile nell'operare. A
raccogliere tutti insieme, e ad ordinare i varii teoremi, che dimostrò
e i varii problemi, che risolse intorno alle dottrine del moto, si
comporrebbe un Trattato di aggiunte e progressi ai Dialoghi delle
Nuove Scienze, che se cede al Torricelli nell'elegante facilità di
dimostrare, lo supera senza dubbio nella varietà e nell'abbondanza.
In Idrometrìa, il Viviani fu instancabile, e d'ogni parte traspira