Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1troversie, che non temute dal Gassendo, lo lasciaron sicuro nell'approvare
il fatto, che le velocità del flusso di un liquido dal foro aperto in un vaso
son proporzionali alle radici delle altezze.
Prendi, egli perciò dice, uno dei
così fatti vasi cilindrici, e infusavi acqua infino a una certa altezza, mante­
nutavi costante, supponiamo che aperto il foro tu ne abbi attinto un fiasco
in un minuto.
“ Ut deinde tempore eodem, et per idem foramen, exsiliant
duo congii, et aqua proinde sit duplo compressior, ad quamnam usque al­
titudinem adaugendus erit, complendusve cylindrus?
Ad duplam ne solum?
Non sane sed omnino ad quadruplam.
Et ut exsiliant tres, ad triplam ne?
Haudquaquam profecto, sed ad nonuplam.
Et ut exsiliant quatuor, ad qua­
druplam ne?
Minime gentium, sed ad sexdecuplam ” (ibid., pag. 36).
Il secondo modo, o non è da noi bene inteso, o contiene in sè una fal­
lacia, consistendo nel proporre un peso pendolo, in cui s'esperimenta, dice
341[Figure 341]
Figura 150.
il Gassendo, che, rimanendosi la fune
ugualmente lunga, le velocità delle oscil­
lazioni crescono come i quadrati dei pesi
uguali, che devono aggiungersi al primo,
perchè se ne solleciti il moto.
Passando
perciò al terzo modo, immagina l'Autore
di avere più pendoli disposti lungo la
medesima linea verticale AQ (fig.
150)
crescenti in lunghezza via via come i
quadrati de'numeri naturali, cosicchè,
essendo AM uno, sia AO quattro, AQ
nove, ecc.
Rimossi tutti insieme per un
angolo uguale dal perpendicolo, in modo
che si trovino in diritta linea, come per
esempio sull'obliqua AG, “ observa­
mus, dice il Gassendo, tempus quo glo­
bus secundus pervenit ad O esse duplum
temporis, quo primus pervenit ad M, et
tempus, quo tertius ad Q, triplum ”
(ibid., pag.
40). Ma per costruzione lo spazio circolare GQ, o il retto PQ
che gli corrisponde, è nonuplo, e lo spazio EO o NO è quadruplo dello spa­
zio CM o LM passato dal pendolo nel primo tempo.
Che sia veramente così, cioè che gli spazi stanno come i quadrati dei
tempi, è confermato, soggiunge quivi il Gassendo stesso, da un altro fatto,
che a me sperimentando “ observare licuit, constitutam pilam supra planum
libellatum oppositumque ad M, ad O, ad Q, dum percuteretur propellere­
turque o globis incurrentibus, assequi velocitatem excurrereque, non iuxta
numeros quadratos, quales sunt CM, EO, GQ, sed iuxta radices ipsorum,
qualia sunt et tempora unum, duo, tria ” (ibid., pag.
41).
Chiunque ora chiuda, lette queste belle proposizioni, il libro, e pene­
tri con l'immaginazione dentro il segreto gabinetto sperimentale del Gas-

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