Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

Table of figures

< >
< >
page |< < of 3504 > >|
1tali BC, tempus per AB, ad tempus per AC, est ut AB ad AC. Ergo eadem
347[Figure 347]
Figura 156.
momenta velocitatis per AB et per AC: est enim una ca­
demque velocitas illa, quae, temporibus inaequalibus, spa­
cia transit inaequalia eamdem quam tempora rationem ha­
bentia ” (MSS. Gal., P. V, T. II, fol.
164 a tergo).
Il teorema fondamentale dei tempi proporzionali agli
spazi nella verticale e nell'obliqua ugualmente elevate, è qui
come là concluso dallo stesso supposto principio, ma ne'dia­
loghi Del mondo è la supposizione, messa per fondamento ai
dialoghi Del moto, fatta dipendere da un'altra supposizione,
tolta la quale, rovinerebbe necessariamente ogni scienza dei
moti naturali e dei proietti.
Abbiamo poco fa udito consi­
stere una tal supposizione nell'ammetter che l'impeto della
scesa sia bastante a far risalire il mobile alla medesima al­
tezza, di che dà Galileo, a varie occasioni, nelle varie sue
Opere, tal dimostrazione, da non si mettere in dubbio per
348[Figure 348]
Figura 157.
nessuno, che specialmente gli abbia concesso esser nei
moti accelerati le velocità proporzionali ai tempi.
In quel
discorso infatti, trascritto a pag.
307 nel capitolo addietro,
si sovverranno i Lettori come, dal suppor che il grave
cadente naturalmente vada continuamente accrescendo
la sua velocità, secondo che accresce la distanza dal
termine onde si partì, se ne concludesse che il mobile
in C, in D, in E (fig.
157) e negli altri infiniti punti
della linea AB, ha per la caduta acquistato tale impeto,
da ricondursi in A al suo primo principio.
Sperava Galileo di poter forse dimostrare quel suo
supposto, da cui diceva conseguir questo effetto, ma la
sua dimostrazione, che cioè si velocitino i gravi proporzio­
natamente ai tempi, rimase per l'Autore e per noi un desiderio, non so­
disfatto che in parte e indirettamente dagli Accademici del Cimento, i quali
narrano di aver fatto una tale esperienza: “ Una pallina di vetro piena,
lasciata dall'altezza di 50 parti, arrivò con la riflessione maggiore a gradi
48, mancandoli, per arrivare d'ond'ella partissi dalla quiete, due gradi soli,
che potevano importare un soldo in circa del nostro braccio a panno fio­
rentino.
Da questa esperienza vien quasi confermata la conclusione del Ga­
lileo, che un grave, nell'infimo termine della sua scesa, abbia acquistato tan­
t'impeto, che basti a ricondurlo alla medesima orizzontale, dove egli principiò
suo moto, potendo probabilmente dirsi che l'impedimento del mezzo, come
il medesimo Galileo dice seguire nei pendoli, ed il cedere, benchè pochissimo,
del grave cadente e del piano, ov'egli venne a riflettersi; abbian dato mo­
tivo alla detta palla, e sieno stati causa che ella non si riduca con la rifles­
sione precisamente alla medesima altezza di parti 50. ” (Targioni, Notizie
delle scienze fisiche in Toscana, T. II, P. II, Firenze 1780, pag.
667, 68).

Text layer

  • Dictionary
  • Places

Text normalization

  • Original
  • Regularized
  • Normalized

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index