Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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219 _Omne agens agendo repatitur, & repatiendo debilitatur,_
ne ſeguiua, che l´empito nel mobile ſi andaſſe eſtin-
guendo.
Hora non dice il Signor Borelli, che l´em-
pito s´eſtingue _da qualche reſistenza che egli incontri?_
Ofred. Tanto dice in queſte ſue dottrine ſopra
regiſtrate.
Matt. Il graue adunque A, arriuato v. g. in G, incon-
tra il mezo G, che nõ ſi muo-
3[Figure 3] ue con la medeſima velocità
circolare di A, ma con la
corriſpondente al D, minore
dell´A.
Lo deue adunque di-
uidere, e cacciare dal pro-
prio luogo, e queſto deue
reſiſtere alla ſua diuiſione, e
cacciamento, &
in conſe-
guenza debilitare l´empito
primiero A.
Adunque l´em-
pito A, non ſi può conſerua-
re ſempre il medeſimo, mà è
neceſſario, che ſi vada ſempre più, e più debilitando
quanto più ſi accoſta al centro, paſſando per parti
del mezo, che meno, e meno ſi muouono, &
in con-
ſequenza più, e più reſiſtono.
Per hora baſti queſto,
perche ſotto aſſegnaremo anco altra cagione nel no-
ſtro caſo perche queſt´empito debba debilitarſi.

prima di conſiderare l´eſperienze del Signor Borelli
riflettiamo ſopra il moto delli proietti, cioè come

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