Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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210186DELLA FORZA DE’ CORPI momento ſolo nel penſiero della perfetta durezza.
La quale oſtinazione, per dir vero, non mi è mai
piaciuta.
Vedete, diſſe quivi il Signor D. Nic-
cola, che il Padre Riccatinon ſappia, che voi ab-
biate dato degli oſtinati a Leibniziani;
perchè pa-
re, che egli abbia diſapprovato aſſai quel voſtro
ruſticum;
che non ſo come vi uſcì della penna,
parlando de’ Bernulliani.
E ſappiate, diſſi io al-
lora, che io inteſi di ſcherzare.
Chi non ſa, che
i Bernulli, e tutti quegli altri, che hanno illuſtra-
ta la loro ſcuola, ſono ſtati, e ſono, geometrie
meccanici, tra quanti ne fiorirono al mondo mai,
eccellentiſſimi e ſommi?
ma io non credeva poi,
che foſſer cotanto teneri, che non ſi poteſſe a
qualche volta ſcherzar con loro.
Non ſapevate voi,
diſſe quivi il Signor D.
Niccola, che con coteſti
gran letterati non vuol ſcherzarſi?
Che è ciò? diſ-
ſe allora la Signora Principeſſa, che io voglio ad’
ogni modo ſaperlo.
Allora il Signor D. Nicola,
ſappiate, diſſe, che queſto Signorino ne comen-
tarj, che diede fuori, della ſua Accademia, eſpo-
ſe in certo luogo l’ argomento de Carteſiani, che
ora avete udito;
poi venendo a far menzione del-
la riſpoſta de’ Bernulliani, che negano di voler
ſupporre corpi duriſſimi, traſcorſe in un certo:

ruſticum eſt reſpondere.
Io mi ricordo bene di a-
ver letto quel luogo, diſſe quivi la Signora Prin-
cipeſſa;
ma non poſi gran fatto mente al ruſticum.
Or dunque che n’ è avvenuto?
Signora, riſpoſi io
allora, n’ è avvenuto, che il Padre Riccati

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