PORTA A PINTI, ove nella Chieſa di
San Gervagio è una Tavola di Santi di
Tito; e ſi può oſſervare la Villa de' Gua-
dagni di nobile Architettura, con altre
molte. Quindi andando alla
San Gervagio è una Tavola di Santi di
Tito; e ſi può oſſervare la Villa de' Gua-
dagni di nobile Architettura, con altre
molte. Quindi andando alla
PORTA ALLA CROCE. Tutto quel tratto
di pianura, che vi è, paſſeggiando per
la ſtrada diritta, che conduce al Caſenti-
no, e in altri luoghi, è coltivata per la
maggior parte a Orti. La prima Villa ſul-
la ſiniſtra mano è del Marcheſe del Mon-
te: poco più in fu voltando per quella par-
te ſi trova un Convento di Monache detto
di pianura, che vi è, paſſeggiando per
la ſtrada diritta, che conduce al Caſenti-
no, e in altri luoghi, è coltivata per la
maggior parte a Orti. La prima Villa ſul-
la ſiniſtra mano è del Marcheſe del Mon-
te: poco più in fu voltando per quella par-
te ſi trova un Convento di Monache detto
SAN SALVI, da cui piglia la denomina-
zione l'adiacente pianura. Queſto fu già
uno de' primi Monaſterj de' Vallombroſa-
ni, che lo cederono alle Monache dette di
Faenza l'anno 1529. Nel demolirſi un lo-
ro antico Convento, per piantarvi la For-
tezza di San Giovambatiſta, volgarmente
detta da Baſſo, che vi e al preſente. Nel
Refettorio di eſſo Monaſtero di San Salvi,
dall'immortal pennello di Andrea del Sar-
to, ſi vede dipinto in un arco San Bene-
detto, San Giovan Gualberto, San Salvi
Veſcovo, e San Bernardo degli Uberti Mo-
naco, e Cardinale; e nel mezzo in un
tondo è rappreſentata la Trinità. In faccia
del medeſimo v'è un Cenacolo di noſtro
Signore, che ſi reputa per la miglior pit-
tura, che Andrea faceſſe a' ſuoi giorni;
anzi convenendo rovinare per lo detto aſ-
zione l'adiacente pianura. Queſto fu già
uno de' primi Monaſterj de' Vallombroſa-
ni, che lo cederono alle Monache dette di
Faenza l'anno 1529. Nel demolirſi un lo-
ro antico Convento, per piantarvi la For-
tezza di San Giovambatiſta, volgarmente
detta da Baſſo, che vi e al preſente. Nel
Refettorio di eſſo Monaſtero di San Salvi,
dall'immortal pennello di Andrea del Sar-
to, ſi vede dipinto in un arco San Bene-
detto, San Giovan Gualberto, San Salvi
Veſcovo, e San Bernardo degli Uberti Mo-
naco, e Cardinale; e nel mezzo in un
tondo è rappreſentata la Trinità. In faccia
del medeſimo v'è un Cenacolo di noſtro
Signore, che ſi reputa per la miglior pit-
tura, che Andrea faceſſe a' ſuoi giorni;
anzi convenendo rovinare per lo detto aſ-