Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
Text
Text Image
XML
Document information
None
Concordance
Figures
Thumbnails
page
|<
<
of 3504
>
>|
<
archimedes
>
<
text
>
<
body
>
<
chap
>
<
pb
xlink:href
="
020/01/2106.jpg
"
pagenum
="
349
"/>
<
p
type
="
main
">
<
s
>Così tutto, con matematica legge preordinato a dimostrare l'ultima
<
lb
/>
proposizione annunziata nella lettera a Guidubaldo, nient'altro rimaneva a
<
lb
/>
fare a Galileo, che premetter due lemmi geometrici, che sono il II e il III
<
lb
/>
premessi alla XXXIX proposizione stampata, e che si leggono manoscritti
<
lb
/>
l'uno al foglio 163, e l'altro al foglio 172 del citato volume. </
s
>
<
s
>È il primo dei
<
lb
/>
detti lemmi stampati quello già premesso alla VII proposizione, da noi pub
<
lb
/>
blicatasi nelle pagine poco addietro, cosicchè, tutte insomma ricomposte le
<
lb
/>
membra, danno quasi abito di persona e atteggiamento di vita alla verità
<
lb
/>
così ultimamente annunziata. </
s
>
</
p
>
<
p
type
="
main
">
<
s
>PROPOSITIO X. — “ Sit circuli circumferentia AIS (fig. </
s
>
<
s
>171), et diame
<
lb
/>
<
figure
id
="
id.020.01.2106.1.jpg
"
xlink:href
="
020/01/2106/1.jpg
"
number
="
362
"/>
</
s
>
</
p
>
<
p
type
="
caption
">
<
s
>Figura 171.
<
lb
/>
ter AB ad horizontem erectum, et ducatur
<
lb
/>
SA, non maior subtendente quadrante, et a
<
lb
/>
terminis S, A aliae duae ad quodcumque
<
lb
/>
punctum I: dico mobile ex termino S ferri
<
lb
/>
per duas SI, IA lineas tempore breviori,
<
lb
/>
quam per SA, ex eodem termino S, vel per
<
lb
/>
solam AI, ex termino I. ” </
s
>
</
p
>
<
p
type
="
main
">
<
s
>“ Ducta sit per S ipsi AB perpendi
<
lb
/>
cularis .... ” (ibid., fol. </
s
>
<
s
>163) e seguita come
<
lb
/>
nello stampato (Alb. </
s
>
<
s
>XIII, 216, 17) con
<
lb
/>
qualche leggerissima differenza nelle pa
<
lb
/>
role. </
s
>
<
s
>Ed ecco per quali vie, rimaste in mezzo
<
lb
/>
a tanto fervore di studii galileiani, nella
<
lb
/>
storia della Scienza fin qui non segnate, si
<
lb
/>
condusse Galileo,
<
emph
type
="
italics
"/>
senza trasgredire i termini meccanici,
<
emph.end
type
="
italics
"/>
a dimostrare le sue
<
lb
/>
inopinabili conclusioni. </
s
>
<
s
>Erano que'termini meccanici ridotti alla Statica, e
<
lb
/>
l'Autore, nelle dieci proposizioni che compongono quel suo primo trattato
<
lb
/>
<
emph
type
="
italics
"/>
De motu,
<
emph.end
type
="
italics
"/>
non si serve nè poteva servirsi d'altro argomento. </
s
>
<
s
>Ma, istituitasi
<
lb
/>
nel 1604 la Dinamica nuova, s'aprirono alla Scienza altre più late vie, e si
<
lb
/>
potè giungere per più diretti e piani sentieri al medesimo intento deside
<
lb
/>
rato, ch'era quello di dimostrare il brachistocronismo dei gravi scendenti
<
lb
/>
per le molteplici corde inflesse e sottese a una quarta di cerchio. </
s
>
<
s
>Essendo
<
lb
/>
questo dunque il termine fisso, rimaneva nel teorema meccanico tuttavia
<
lb
/>
fermo il principio, cosicchè venivasi la trasformazione a subire dal solo mezzo,
<
lb
/>
e da ciò dipendon principalmente le note distintive di quel secondo Libro
<
lb
/>
che, raccolto dai Manoscritti galileiani e ordinato, si porge ora alla notizia
<
lb
/>
e all'esame dei nostri meditativi Lettori. </
s
>
</
p
>
</
chap
>
</
body
>
</
text
>
</
archimedes
>