Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
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1567
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205
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re, breuemente mi eſpediro, accioche ſiano mandati a memoria, perche coſi piu ageuol
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mente le menti le potranno riceuere.
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Cioè intendere, & capire perche il noſtro intendere
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lb
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non è altro, che uno certo riceuimento. </
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s.004008
">Per le dette ragioni adunque Vitr. uuole eſſer breue,
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lb
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quanto però puo portare il trattamento di coſa difficile. </
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s.004009
">Oltra, che ne adduce un'altra ragio
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ne dicendo.
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s
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s.004010
">Similmente hauendo io auuertito la città eſſere occupata in publiche, & priuate facen
<
lb
/>
de, ho giudicato, che ſi debbia ſcriuere con breuità, accioche nella ſtrettezza dell'ocio,
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/>
quelli, che leggeranno poſsino breuemente capire. </
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s.004011
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Vuol dire Vitr. </
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s.004012
">Quello, che ne gli ſcritti miei non puo fare il numero, & la bellezza de i uer
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lb
/>
ſi, la commodit à di allargarſi, & la nouit à de i ſucceſſi delle coſe, farà la breuità, & la chia
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lb
/>
rezza dello inſegnare, che anche inuita a leggere gli occupati, & trauagliati in diuerſe facende. </
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s.004013
">
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lb
/>
Hor che utilità ci porti la breuità nello inſegnare ſi dimoſtrada una conſuetudine di Pithagora fi
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lb
/>
loſofo eccellentiſſimo, il quale diſideroſo, che i precetti ſuoi reſtaſſero nelle menti di chi gli aſcol
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lb
/>
taſſe non ſolamente era breue in dare un precetto: ma anche tutta la ſomma de i ſuoi precettirin
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lb
/>
chiudeua in un certo, & determinato numero, il quale miſterioſamente (diceua egli) a coſa ſtabi
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/>
le, & immobile aßimigliandoſi poteua nella mente con ſomma ſtabilità, & fermezza ripoſ arſi. </
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Et però dice Vitr
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s.004015
">Coſi anche piacque a Pithagora, & a ſuoi ſeguaci ne i uolumi loro ſcriuere i precetti,
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lb
/>
che dauano, con ragioni cubiche, & fecero il cubo di ducento, & ſedici uerſi, & quelli
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lb
/>
giudicarono non douer eſſere piu di tre in uno trattamento. </
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s.004016
">ll cubo è corpo riquadrato di
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/>
ſei lati, d'egual larghezza di piano, queſti poſcia che è tratto, ſe non è tocco, tiene in quel
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/>
la parte, che egli ſi poſa, una immobile ſtabilità come ſono i dadi, che ſi tranno da i gio
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catori nel tauolieri. </
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I precetti de i Pithagorici erano breui, & raccolti in uerſetti, come queſti. </
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s.004018
">Non percuoter
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lb
/>
il fuoco col coltello. </
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s.004019
">Laua il piè manco prima, & calcia il deſtro. </
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s.004020
">Senza mangiarla trapian
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/>
ta la malua. </
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s.004021
">Nella tua caſa non laſciar le Rondini. </
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s.004022
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s.004023
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lb
/>
nar, nè parlar contra'l ſole. </
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s.004024
">Lo ſpecchio alla lucerna non guardare. </
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s.004025
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lb
/>
il ſentiero. </
s
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s.004026
">Sputa nel unghie tue, ne i tuoi capelli. </
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s.004027
">Et ſimilmente formauano molti altri precetti
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lb
/>
detti con ſomma breuità, a i quali dauano altro intendimento di quello, che ſonauano le parole:
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lb
/>
& uolendo trattare d'una coſa ſola, ſtando fermi in una materia, raccoglieuano quelli uerſetti
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lb
/>
in una certa, & determinata ſomma preſa dal numero cubo. </
s
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<
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s.004028
">Si come cubo ſi chiama, & è quel
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lb
/>
corpo, che è di ſei lati, & di ſei quadrati, & faccie eguali come un dado, coſi cubo ſi chiama
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lb
/>
quel numero, che di ſei numeri piani contento per ogni uerſo tiene eguali dimenſioni. </
s
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s.004029
">Naſceno i
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/>
cubi dopo la unità diſponendo i numeri diſpari, che naturalmente diſpoſti ſono, ponendo prima i
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/>
due diſpari, da poi i tre ſeguenti, da poi i quattro, che uengono, & coſi di mano in mano. </
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s.004030
">Ec
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/>
co lo eſſempio. </
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s.004031
">Laſcia l'unità, & piglia i due primi diſpari che ſono
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3.
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&
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5.
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queſti raccolti
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fanno
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8.
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che è il primo cubo. </
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s.004032
">piglia i tre ſeguenti diſpari
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7. 9. 11.
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& ſommagli, queſti fanno
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27.
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che è il ſecondo cubo. </
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s.004033
">& coſi ua ſeguit ando ne i quattro ſeguenti diſpari
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13. 15. 17. 19.
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che po
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ſti inſieme fanno
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che è il terzo cubo. </
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s.004034
">Quando adunque ſia, che moſſo il punto ſi faccia la li
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/>
nea; & moſſa la linea ſi generi la ſoperficie; & moſſa la ſoperficie ſi faccia il corpo, non è
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/>
lontano dalla ſimiglianza, ſe pigliando la unità, & continuandola produrremo un numero linea
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/>
re. </
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s.004035
">il qual numero continuato per lo ſuo uerſo faccia il numero ſoperficiale, il quale moſſo anch'e
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lb
/>
gli faccia il ſodo, come ſe uno ſi aggiugneſſe all' unità, il numero nato, che è due, dimostreria per
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lb
/>
una certa ſimiglianza, la lunghezza, che è propria della linea: & moſſo il due, come linea, ſi
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lb
/>
aggiugne alla lunghezza, anche la larghezza, & ſi fa quattro, che è numero ſuperficiale, che
<
lb
/>
riſponde al quadrato. </
s
>
<
s
id
="
s.004036
">quessti moltiplicato per due, che è uno de ſuoi lati, come ſe egli ſi moueſſe,
<
lb
/>
ne genera il ſodo, a ſimiglianza delle figure cubo nominato. </
s
>
<
s
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s.004037
">Et però non uale a dire ſe ſono ſei
<
lb
/>
faccie, biſogna, che ci ſiano ſei unità. </
s
>
<
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s.004038
">Dice adunque Vitruuio, che i Pithagorici con ragioni
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subchap2
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archimedes
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