Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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208
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per eſtinguere la ſete di quelli, che entrauano nello anſitheatro di Tito, che era uicino. </
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s.004081
">L'arco De
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lb
/>
mitiano è ſu la ſtrada Flamminia nel capo della ualle Martia, uerſo il campidoglio. </
s
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s
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s.004082
">queſto arco
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lb
/>
hoggi, è detto di Tripoli. </
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s.004083
">Fu drizzato a Domitiano, & iui è la ſua uatural forma conforme a
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lb
/>
quella, che ſi uede nelle medaglie. </
s
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s
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="
s.004084
">Ma quell' arco, che boggi ſi chiama l'arco di S. Vito, che è ri
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lb
/>
tornaudo ſu la uia Tiburtina, ſi dice che fu l'arco di Galieno Imperatore. </
s
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s
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="
s.004085
">ilquale ſi crede che gli
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lb
/>
fuſſe drizzato piu preſto per qualche illuſtre beneficio, che per Trionſo. </
s
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s
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s.004086
">Ma di tutti gli archi
<
lb
/>
per eterna memoria della uendetta, che fece Iddio per mezo di Tilo contra i Giudei, è lo arco di
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lb
/>
Tito, piu ornato di titoli, & di ſpoglie, che ſia. </
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s.004087
">nel cui frontiſpicio ſi legge. </
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s.004088
">Sen. pop. </
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s.004089
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/>
uo Tito diui Veſpaſiani F. </
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s.004090
">Veſpaſiano Auguſto. </
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s.004091
">Dall'una parte è ſcolpito il carro del Trionfan
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lb
/>
te. </
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s.004092
">ouero l'arca del patto con le dodici faſci conſulari auanti. </
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s.004093
">Dall' altra faccia ſi ſcorge la
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lb
/>
pompa del Trionfo con le ſpoglie. </
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s.004094
">Eraui il candelabro con ſette rami. </
s
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s.004095
">Eranui le due Tauole di
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/>
marmo nelle quali era ſcritto la legge di Moiſe. </
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s.004096
">Eranui i uaſi del Tempio, la menſa d'oro, & al
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lb
/>
tre ſpoglie. </
s
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s.004097
">Ma hora io laſcierò queſta digreſſione de gli archi, che non è ſtata fuori di propoſi
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lb
/>
to, perche da queſta narratione ſi da lume a quelli, che uoleſſero hoggi dì drizzare gli archi a i
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lb
/>
Principi, Re, & Imperatori. </
s
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s
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s.004098
">Hora ritornando al Foro dico, che il Foro principale, ſecondo
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/>
Vitru. fatto da Greci era di forma quadrata. </
s
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s
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s.004099
">D'intorno eranui i porticali ampliſſimi, & doppij,
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/>
le colonne ſpeſſe, & gli architraui di pietre, o di marmo, & ſopra i colonnati faceuano luoghi da
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lb
/>
caminare. </
s
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s
id
="
s.004100
">Ma i Romani, & gli Italiani, perche nel Foro ſi dauano i doni a i gladiatori, non ri
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lb
/>
guardauano il Foro, ma lo faceuano piu lungo, che largo. </
s
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<
s
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="
s.004101
">in modo che partita la lunghezza in
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lb
/>
tre parti, due ne dauano alla larghezza, doue cadeua proportione ſeſquialtera. </
s
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s
id
="
s.004102
">Erano gli ſpa
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lb
/>
cij tra le colonne piu larghi, & d'intorno i portichi, erano diſpoſti i luoghi de banchieri, & di
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lb
/>
quelli, che cambiauano l'argento, ſe non uolemo dire le botteghe de gli orefici, & di ſopra iſpor
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lb
/>
tauano i poggiuoli, accioche da quelli commodamente ſi poteſſero uedere gli ſpettacoli. </
s
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s
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s.004103
">& coſi
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lb
/>
riguardando al fine, & all' uſo diſponeuano il Foro. </
s
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s.004104
">accioche ſe le genti fuſſero molte la piazza
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/>
non fuſſe stretta, ſe poche non pareſſe uota Dice adunque Vitru.
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i Greci fanno il Foro in luogo
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quadrato con larghiſſimi, & doppi porticali
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doppij, cioe di dentro, & di fuori il Foro. che ri
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guardino, & al Foro, & alla parte di dietro, ouer doppi di dentro ſolamente con due ordini di
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colonne. </
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s.004105
">& è meglio, perche Vitr. uſa anche nel terzo libro, questa parola, Duplices, in questa
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ſignificatione.
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Et di ſpeſſe colonne.
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Io ſtimo, che Vitr. intenda in queſto luogo il Picnoſtilos,
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come intendeua nel ter zo libro lo ſpacio di ſpeſſe colonne d'uno diametro & mezo. </
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s.004106
">& che queſto
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/>
ſia il uero, lo dimoſtrano le parole di ſotto, quando dice, che nelle città d'Italia non ſi fa il Foro al
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lb
/>
modo Greco. </
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s.004107
">perche ad altro uſo il Foro era in Italia, ad altro quello de Greci. </
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s.004108
">però dandoſi in
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/>
Italia nel Foro i doni a i gliadiatori, & douendo il populo ſtare a uedere, era neceſſario dare
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/>
d'intorno a gli ſpettacoli grandi intercolunnij. </
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s.004109
">Ecco, che egli oppone queſte parole a quelle, che
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ha detto di ſopra.
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con ſpeſſe colonne.
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Dice anche,
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meniana, che noi eſponemo poggiuoli. </
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s.004110
">Si
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/>
legge, che Menio uendè la ſua caſa a Catone, che era ſopra la piazza, & ſi riſeruò una ſola co
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/>
lonna, ſopra laquale ui fece un tauolato, o ſolaro per poterui ſtar ſopra a uedere i giochi, & le
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lb
/>
feſte, & uolle, che i poſteri poteſſero godere queſto priuilegio. </
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<
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s.004111
">& di qui è nato, che i poggiuoli, o
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/>
pergolate coperte, che ſportano in fuori ſi chiamauano, meniana; da quella colonna di Menio. </
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s.004112
">
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/>
Queſte meniane erano commode all'uſo, perche iui ſi ſtaua a uedcre i giuochi, & iui ſi ſeruaua
<
lb
/>
no le coſe, che ſi uendeuano, & comprauano, come ſono i punti in Anuerſa, le uolte in real
<
lb
/>
to in Vinetia.
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">
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s.004113
">Le grandezze del Foro ſi deono fare ſecondo la moltitudine de gli huomini, accioche
<
lb
/>
non ſia lo ſpacio poco al commodo, & uſo, ouero per lo poco numero delle perſone il
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lb
/>
Foro non paia dishabitato. </
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s.004114
">la larghezza ſia determinata in modo, che partita la lunghez
<
lb
/>
za in tre parti, due di quelle ſe le diano; & coſi la forma ſua ſarà piu lunga che larga. </
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s.004115
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Piace a Leon Battiſta, che la lunghezza ſia di due quadri, & ui aggiugne anche una bella
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expan
abbr
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cō-ſider
">con
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/>
ſider</
expan
>
atione, che è queſta. </
s
>
<
s
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="
s.004116
">cioè che gli edificij, che ſaranno a torno la piazza, ſiano in modo pro-
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archimedes
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