Il disteso di quel Libro, che è pure il più insigne monumento
che sia stato eretto alla Scienza sperimentale italiana, fu fatto da
Lorenzo Magalotti succeduto ad Alessandro Segni nell'ufficio di Se
gretario dell'Accademia. I meriti del Magalotti, come scienziato, non
sono per verità di gran rilievo. Più inclinato forse allo speculare che
allo sperimentare, non sappiam di lui se non ch'ei lesse, ne'con
sessi accademici, un Discorso, in cui si proponeva di rassomigliar
l'anello di Saturno agli aloni e alle corone. Come letterato però
è tenuto in pregio da tutti, e s'ammira l'eleganza, la proprietà
del dire, e l'efficace evidenza delle sue descrizioni.
che sia stato eretto alla Scienza sperimentale italiana, fu fatto da
Lorenzo Magalotti succeduto ad Alessandro Segni nell'ufficio di Se
gretario dell'Accademia. I meriti del Magalotti, come scienziato, non
sono per verità di gran rilievo. Più inclinato forse allo speculare che
allo sperimentare, non sappiam di lui se non ch'ei lesse, ne'con
sessi accademici, un Discorso, in cui si proponeva di rassomigliar
l'anello di Saturno agli aloni e alle corone. Come letterato però
è tenuto in pregio da tutti, e s'ammira l'eleganza, la proprietà
del dire, e l'efficace evidenza delle sue descrizioni.
I distesi del Magalotti, via via che erano all'ordine per la stampa,
si mandavano a rivedere al Borelli, che vi faceva sopra assai av
vertimenti, di molti de'quali si tenne conto; al Viviani, più arren
devole in lasciar andar le cose a modo altrui, al Rinaldini, che,
seguitando a fare il capo sodo, aggiungeva a i cimenti dei fatti
naturali, il cimento della pazienza del Principe e del Segretario.
Poi si mandava tutto a Roma, e si sottostava, come a tribunale
inappellabile, a ciò che ne decidesse il giudizio di M. A. Ricci,
eletto, infin da principio, da Leopoldo dei Medici a consultore della
sua sperimentale Accademia.
si mandavano a rivedere al Borelli, che vi faceva sopra assai av
vertimenti, di molti de'quali si tenne conto; al Viviani, più arren
devole in lasciar andar le cose a modo altrui, al Rinaldini, che,
seguitando a fare il capo sodo, aggiungeva a i cimenti dei fatti
naturali, il cimento della pazienza del Principe e del Segretario.
Poi si mandava tutto a Roma, e si sottostava, come a tribunale
inappellabile, a ciò che ne decidesse il giudizio di M. A. Ricci,
eletto, infin da principio, da Leopoldo dei Medici a consultore della
sua sperimentale Accademia.
Il Ricci era geometra di gran valore e uomo di gran senno e
prudenza. A lui il Torricelli indirizzava quelle lettere, che valgono
per un intiero Trattato, in cui si descrive la celebre esperienza
dell'argento vivo, e si risponde alle difficoltà promosse contro alla
natura del vacuo, e agli effetti della pressione ammosferica. A ri
chiesta di lui chiamato ingeniosissimus iuvenis, il Torricelli stesso
risolse il problema della Clessidra, o del vaso che versa uguali quan
tità d'acqua in tempi uguali, dimostrando che la forma propria di
un tal vaso, è il conoide generato dalla rotazione di una semipa
rabola biquadratica; problema che il Mariotte, il Grandi e lo stesso
Viviani credettero che l'Autor del Trattato De motu aquarum si
contentasse di proporlo agl'Idrometri, ma che poi l'avesse, per la
difficoltà, lasciato irresoluto.
prudenza. A lui il Torricelli indirizzava quelle lettere, che valgono
per un intiero Trattato, in cui si descrive la celebre esperienza
dell'argento vivo, e si risponde alle difficoltà promosse contro alla
natura del vacuo, e agli effetti della pressione ammosferica. A ri
chiesta di lui chiamato ingeniosissimus iuvenis, il Torricelli stesso
risolse il problema della Clessidra, o del vaso che versa uguali quan
tità d'acqua in tempi uguali, dimostrando che la forma propria di
un tal vaso, è il conoide generato dalla rotazione di una semipa
rabola biquadratica; problema che il Mariotte, il Grandi e lo stesso
Viviani credettero che l'Autor del Trattato De motu aquarum si
contentasse di proporlo agl'Idrometri, ma che poi l'avesse, per la
difficoltà, lasciato irresoluto.
IX.