216192DELLA FORZA DE’ CORPI
ſuetudine della natura;
perchè ſebbene per lo più
le forze non mancano ſe non producendo il lo-
ro effetto; non è però, che non aveſsero ogni
ragion di mancare, qualunque volta ſi toglieſse
il ſoggetto loro, benchè nulla produceſsero. Sic-
come conſuetudine è della natura, che il colore
nel corpo non manchi, ſenza che un’ altro ve
ne ſucceda; e tuttavia avrebbe egli ogni ragion
di mancare, quantunque niun’ altro colore gli
ſuccedeſse; ſolo che il corpo, che n’ è il ſog-
getto, ſi levaſse. Eſsendomi io qui taciuto, la
voſtra ſpeculazione, diſse il Signor D. Serao, mi
piace; ma temo, che alcuni l’ avranno per trop-
po cercata, ne vorranno conſentirvi, avendo pau-
ra di tanta ſottilità. Quaſi che un’ argomento,
riſpoſi io, doveſse averſi per falſo, perchè è ſta-
to cercato. Ma io non veggo, che gran ſottigliez-
za ſia in queſto. E’ egli forſe così gran ſottigliez-
za il dire, che il ſoggetto della forza viva è il
corpo, in quanto è moſso? O è gran ſottigliezza
il dire, che, mancando il ſoggetto, non altro ſi
ricerchi, perchè mancar debba la qualità? E ſe
queſte due coſe ſon vere, la conſeguenza non
viene ella da ſe, ſenza aſpettar pure d’ eſser cer-
cata? Sono alcuni però così tardi, diſse il Signor
D. Serao, che non intenderanno queſto ſteſso.
Non però i Leibniziani, riſpoſi io, che ſono fi-
loſofi acutiſſimi, ſe mai al mondo ne furono, e
non hanno in tal laude chi gli ſuperi. E’ vero,
diſse allora il Signor D. Nicola; et io credo,
le forze non mancano ſe non producendo il lo-
ro effetto; non è però, che non aveſsero ogni
ragion di mancare, qualunque volta ſi toglieſse
il ſoggetto loro, benchè nulla produceſsero. Sic-
come conſuetudine è della natura, che il colore
nel corpo non manchi, ſenza che un’ altro ve
ne ſucceda; e tuttavia avrebbe egli ogni ragion
di mancare, quantunque niun’ altro colore gli
ſuccedeſse; ſolo che il corpo, che n’ è il ſog-
getto, ſi levaſse. Eſsendomi io qui taciuto, la
voſtra ſpeculazione, diſse il Signor D. Serao, mi
piace; ma temo, che alcuni l’ avranno per trop-
po cercata, ne vorranno conſentirvi, avendo pau-
ra di tanta ſottilità. Quaſi che un’ argomento,
riſpoſi io, doveſse averſi per falſo, perchè è ſta-
to cercato. Ma io non veggo, che gran ſottigliez-
za ſia in queſto. E’ egli forſe così gran ſottigliez-
za il dire, che il ſoggetto della forza viva è il
corpo, in quanto è moſso? O è gran ſottigliezza
il dire, che, mancando il ſoggetto, non altro ſi
ricerchi, perchè mancar debba la qualità? E ſe
queſte due coſe ſon vere, la conſeguenza non
viene ella da ſe, ſenza aſpettar pure d’ eſser cer-
cata? Sono alcuni però così tardi, diſse il Signor
D. Serao, che non intenderanno queſto ſteſso.
Non però i Leibniziani, riſpoſi io, che ſono fi-
loſofi acutiſſimi, ſe mai al mondo ne furono, e
non hanno in tal laude chi gli ſuperi. E’ vero,
diſse allora il Signor D. Nicola; et io credo,