Alberti, Leon Battista, L' architettura

Table of contents

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[61.] Cap. II.
[62.] Cap. III.
[63.] Cap. IIII.
[64.] Deluoghi de la Fortezza, doue i Soldati hanno a far le guardie, & doue egli hanno a ſtare a combaitere. De Tetti di detta Fortezza, & come ſi debbino afforzificare, & de le altre coſe neceſſarie a la Fortezza, e di uno Re, o d'uno principe nuouo. Cap. V.
[65.] Di che coſe ſia conſertata la Republica: In che luogho, & in che modo debbino eſſer fatte le Caſe di que', che gouernanole Rep. & in che modo quelle de Pontefici. De Tempij prin cipali, & de mediocri. Dele Cappellette, & de Tabernacoli. Cap. VI.
[66.] Che gli Alloggiamenti de Pontefici ſono i Chiostri; qual ſia l'officio del Pontefice. Quan te ſieno le ſorti de Chioſtri, & doue s'babbino a collocare. Cap. VII.
[67.] De le palestre, Studij, & Scuole publiche; Spedali da alloggiare, & da Infermi coſi per i Maſchi, come per le donne. Cap. VIII.
[68.] Del Palazzo principale, de Senatori, del Tribunale dele Sententie, del Tempio, & del Pa lazzo, doue ſi amminiſtra Iuſtitia, & che coſe ui ſtieno bene, & commode. Cap. IX.
[69.] Che gli Alloggiamenti de Soldati per Terra ſono di tre ſorti, & come e’ ſi debbino affor-tificare, & come altri, altrimenti gli affortificano. Cap. X.
[70.] Del commodo ſito. De gli Alloggiamenti per Terra, & daſtarui aſſai, & de la grandezza, de la forma, & de le parti di eſſi. Cap. XI.
[71.] De le Naui, & parti loro; Et de gli Alloggiamenti Marittimi, & loro fortificatione. Cap. X I I.
[72.] De commeſſarij, Camarlinghi, & Riſcotitori publici; & di sì fatti Magiſtrati; a quali biſo-gna fare il Granaio, la Camera del Comume, la Camera dell’arme, il Mercato, gli Arza-nali, & le ſtalle, & de le treſorte de le prigioni, & del modo, luoghi, & ſorma loro. Cap. XIII.
[73.] De li Edificij priuati, & loro differentie: De la Villa, & de le coſe da oſſeruarſi nel collo-carla, & murarla. Cap. XIIII.
[74.] Che le Caſe di Villa ſono di due ſorti, & del collocare tutte le loro parti commodamente appartenenti parte a gli huomini, parte a gli animali, parte a gli inſtrumenti, & parte a biſogni de le coſe neceſſarie. Cap. X V.
[75.] Che la induſtria del fattore di Villa ſi debbe eſſercitare tanto circa i Beſtiami, quanto cir-ca le Ricolte, & circa il far' l' Aia. Cap. XVI.
[76.] De la Villa de Padroni, & de le perſone nobili, & di tutte le parti ſue, & del luogo loro commodo. Cap. XV II.
[77.] Che differentia ſia inſra le caſe de la Villa, & quelle de la Città, dericchi. Et chele caſe de manco ricchi, ſi debbono aſſomigliare a quelle de piu ricchi, ſecondo peròle ricchezze loro. Et che ſi debbe murare per la ſtate piu che per l’inuerno. Cap. XVIII.
[78.] DELLA AR CHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI.
[79.] LIBRO SESTO, De ia difficultà, & de la ragione de l'impreſa de l' Autore, donde e' raccoglie quanto ctu-dio, fatica, & induſtria egli habbia poſta in ſiriuere queſte coſe. Cap. I.
[80.] Della Bellezza, & dello ornamento, & delle coſe, che da eſſe procedono, & delle loro dif-ferentie, & che egli ſi debbe edificare con ragioni uere, & chi ſia il padre & lo Alum-no delle Arti. Cap. II.
[81.] Che l'. Architettura cominciò in Aſia, Fiorì in Grecia, & in Italla è uenuta a perſettio-ne approuatiſsima. Cap. III.
[82.] Che, ò dallo ingegno, ò da la mano dello Arteſice ſi inſeriſce il decoro, & l’ornamento in tut te le coſe, della Regione, & del ſito, & di alcune leggi ſatte da gli Antichi per cagione de Tempij, & d’alcune altre coſe degne d’eſſer’ notate, Ma difficili a crederſi. Cap. IIII.
[83.] Del ragioneuole ſcompartimento, & dell’adornare le Mura, & il Tetto, & quale ordine, & modo ſi habbia a tenere nel mettere le coſe inſieme accuratamente. Cap. V.
[84.] Con che modi le Macchine, & i peſi de grandiſsimi ſaſſi ſi muouino da luogo a luogo, o ſi ſol- lieuino in alto. Cap. VI.
[85.] Delle Ruote, Perni, Stanghe, o Manouelle, Taglie & della grandezza, forma, & figu- raloro. Cap. VII.
[86.] De la Vite, & de ſuoi Pani, in che modo ipeſi ſitirino, ſiportino, & ſi ſpinghino. Cap. VIII.
[87.] Che le corteccie, che ſi danno di calcina olle mura, debbono eſſer tre. Diche cofaſi debbi-no fare, & a quel che ell’habbino a ſeruire. Delli Intonichi, & delle lor uarie ſorti, & come ſi hà a ordinare la calcina per farli, & delle statue dibaſſo rilieuo, & de le pitture con che s’addornanole mura. Cap. IX.
[88.] Del modo del ſegare i Marmi, & che rena ſia perciò migliore de la conuenienza, & dif-ferentia del Muſaico di rilieuo, & del Muſaico piano, & de lo stuco con che ſi hanno a mettere in opera. Cap. X.
[89.] De le coperture detetti, & de le uolte, & de laſtrichi ſcoperti che cuoprono gl’edificij. Cap. X I.
[90.] Che gli ornamenti de uani dilettano aſſai, ma che hanno molte, & uarie incommodità, & difficultà, & che i uani finti ſono di due ſorti, & quel che ſi confaccia a l’una, & a l’altra. Cap. XII.
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219215LIBRO SETTIMO. diametro del collarino di ſopra al ſuo rititamento ſia la proportione che i La-
tini chiamano ſeſquiſettima cioè da otto a ſette.
Hor vengo a lineamenti de
membri in quello, che ſono differentiati, nelle baſe ſono queſti membri, il da-
do, i mazzochi, &
i cauetti, Il dado è quella parte quadra che ſtà da baſſo, la-
115 quale io chiamo coſi perche ella è per ogni verſo quadra come un dado ſtiac-
ciato;
i mazzocchi ſono que guancialetti ſopra l'un de quali ſi poſa la colon-
na, &
l'altro poſa in ſul dado; il cauetto è quella parte cauata in cerchio all'in-
dentro che ſtà tra duoi mazzocchi come la girella nella carrucola;
tutto il
modo, &
l'ordine del miſurare queſti membri lo cauarono dal diametro del-
la pianta della colonna, &
i Dorici da principio l ordinarono in queſta manie-
2210 ra.
Feciono la baſa alta per la metà della groſſezza della colonna da baſſo, &
uollono che il Dado fuſſe da ogni banda largo quanta vno diametro, &
me-
zo della colonna da baſſo il piu, &
il meno un diametro, & vn terzo: Diuiſo-
no l'altezza ditutta la baſa in tre parti, una delle quali ne aſſegnarono all'altez-
za del dado.
Fu adunque la altezza di tutta la baſa tripla alla altezza del dado,
3315&
la larghezza del dado ancor tripla alla altezza della baſa, oltre al dado di-
uiſono il reſto della groſſezza de la baſa in quattro parti, delle quali la parte
diſopra aſſegnarono al mazzocchio di ſopra, di nuouo q uel reſtante che rima
neua inſra il mazzocchio di ſopra, &
il dado di ſotto, lo diuiſono in due parti,
l'una delle quali dettono al mazzocchio di ſotto, &
l'altra di ſopra ſcauarono
4420 per cauetto che reſtaſſe ſoppreſſato dal'uno mazzocchio, &
da l'altro; il cauet-
to è fatto d'un canale incauato, &
di due intaccature che accerchiano attorno
attorno il cauetto;
all'intaccatura aſſegnarono la ſettima parte, & il reſto inca-
uarono.
In ogni edificamento dicemmo che biſogna auuertire che quelle co-
ſe, che ſi murano poſino ſul ſodo.
Non ſarà ſodo ſe il tuo piombo cadendo
5525 dal piè de la poſta pietra trouerà nel ſuo diritto alcuno voto daria, o calcuno
vacuo;
& percio nel fare i cauetti hebbono conſideratione di non gli cauare
tanto a dentro, che nello ſcarnarli troppo offendeſsinoi diritti de le pietre,
che ui ſi haueuano a piantare ſopra;
i mazzocchi vſciranno ſuori per la metà
della loro groſſezza, &
vno ottauo piu; & il maggiore aggetto del cerchio
6630 del mazzocchio cadrà apunto ſul piombo del dado in queſto modo le diſe-
gneranno i Dorici.
40[Figure 40]77358840

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