Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1Et ſe aggiungeſte il terzo modo, cioè che inſe
gnerà non con uoce, non con ſcrittura, ma con
atti, come fece Zenone?
TOM. Non ſarà
male ad aggiungerlo, però per il piu colui, che

inſegna adopra queſti due modi locutione, &
ſcrittura.
Hor ſe il modo dell'inſegnare riguar
derà colui, che è inſegnato, uarierà parimen
te in due modi, ouero che ſarà facile, ouero
difficile, cioè che quel modo di colui, che in­
ſegna ſarà chiamato facile, & difficile in ri­
ſpetto di colui, che è inſegnato, ſecondo che fa
cilmente, ò difficilmente apprenderà la coſa in
ſegnata, & dicea Platone ſe nel inſegnar gli
giouani debiamo uſar il modo facile & il diffi
cile e le prouette.
Ma ſe guardiamo il tempo
in che s'inſegna, ne può riuſcire un modo pro

liſſo modo chiamato per di eſſodo da Galeno
& diſſe che hauea loco nel ordine compoſitiuo
& un modo breue.
Se riguardiamo anco la
coſa ſenza hauer riſpetto à colui, che inſegna,
& l'inſegnato, ouero il tempo, ne fa reſulta­
re modi diuerſi di dire.
come, ſe la coſa in ſe
steſſa ſarà graue, biſognerà ancor dirla con
un modo graue; ſe ſarà mediocre, biſognera
ancor che ſia paleſata con un modo di dire me
diocre; ſe ancor ſarà baſſa, biſognerà accom­
pagnarla con un modo di dir baſſo; ſe eſſa ſa­
rà recondita, biſognerà di uſare un modo di

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