Angeli, Stefano degli, Della gravita' dell' aria e fluidi : esercitata principalmente nelli loro homogenei

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2216DIALOGO pur fa ſalire maggior quantità d’acqua, il cui peſo ſentiamo
ſino
alla total immerſione;
ma perche queſta ſuperata, l’ac-
qua
ſalendo, e fuori, e dentro il bicchiere, incontra l’aria
del
bicchiere che li cede, e che ſi condenſa, perciò ſcema la
fatica
;
poiche l’acqua, ch’entra nel bicchiere, ſerue a fargli
acquiſtar
maggior momento;
perche in queſto modo ſi po-
ne
nell’acqua non più vna mole d’aria, e di vetro, ma vna
mole
d’acqua, d’aria, e di vetro.
E perche quanto più ſi
ſpinge
il bicchiere ſott’acqua, più queſt’aria ſi conſtipa ſin
ad
vn certo ſegno, quindi è che ſi fa tanto minor fatica, cre-
ſcendo
il momento del bicchiere.
Auertaſſi però, che nel
principio
I’aria ſi conſtipa pochiſſimo, ma più quanto più
s’immerge
.
L’acqua adunque, la qual entra nel bicchiere li fa acquiſtar
maggior
momento.
Ma queſta non è in parte congionta
conl’altra
?
Ecco adunque, che l’acqua nell’acqua congion-
ta
con eſſa in parte, grauita.
_Matem_. Adeſſo cercarò queſto Libro, e vedremo quello, che
dice
.
Eccolo, Ritroui queſto luogo.
Ofred. _Hor hora. Ecco che nel_ Dialogo 3-pag. 95. dice. sit v. g. scy-
pbus
vacuus ſecundum perpendiculum in acquam immerſus, ore pre-
uio
, ita vt nihil prorſus aeris ante in ſcypho contenti auolare poſſit;
baud dubie, quo profundius immergitur, maior vis ſurſum illum ex-
trudens
ipſo tactu ſentitur;
nempe totus aquæ ſuperpoſitæ cylindrus,
cuius
baſis ori vaſis, ſeu ſcyphi circiter æqualis est, in aera ſcypho
contentum
grauitat, magis autem, cylindrus altior.
_Cont_. Non ſe da queſte parole ſe poſſi dedure che intenda del
bicchiere
immerſo ſino alla total immerſione, o dopò.
Ofred. _Fa che Agoſtino vno delli interlocutori, ſoggiunga_. Igitur
ſiprædictus
ſcyphus aquæ immergatur, vt primum vno palmo à
ſuprema
ſuperficie aquę diſtet, ac aeinde profundius immegatur,
ita
vt diſtet ab eadem ſuperſicie duobus palmis, dupla tunc erit vis
grauitationis
.

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