Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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22XIV le più giuſte obiezioni, e come dice il
grazioſo Moliere, ſoſtentarlo ſino all’ ul-
tima goccia del mio inchioſtro.
Trop-
po conoſco per non impegnarmici, le dif-
ficoltà che incontriamo quando voglia-
mo ſcoprire le cauſe della natura.
Io ſuppongo adunque, che ogni vetro
groſſo il quale abbia conveſità da una
parte e concavità qualunque ſiaſi dall’
altra, e che dalla fornace entro cui è
ſtato fabbricato paſſi all aria libera ſen-
za eſſere ſtato il dovuto tempo nella
Stufa a cuocerſi, ſe non va in pezzi co-
me il più delle volte ſuol fare, ſuppon-
go dico, che abbia talmente diſpoſte le
piccole ſue parti componenti, che ſi ſo-
ſtentino reciprocamente sì, ma che lo
facciano in tal maniera, che ſe una ſo-
la di queſte nella parte più debole, cioè
come moſtrerò più avanti nella inter-
na, movaſi dal luogo ſuo, tutte

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