Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1eſprimerla recondito. Et queſto è quello, che
Ariſtotele ſcriuendo ad Aleſſandro, che con
una ſua lettera ſi era lamentato, che l'hauc­
ua ripreſo, perche diuulgato haueſſe i libri
della Fiſica, uolſe dire, quando gli riſpoſe,
che haueua uſato tal modo di dire, qual me­
ritaua eſſa ſcienza, & che non ſarebbe inteſo,
ſe non da quelli, che erano ſimili à loro d'in­
telletto.
MAR. queſte differenze di modi di
dire, che fate, che naſcano dalla coſa, pare
à me, che non ſieno della coſa, ma che naſca­
no da colui, che aſcolta, alquale perche tali
modi ſe gli intende difficili, graue, humile,
mediocre, tali uengono giudicati.
MOR. Con
licenza riſponderò io à queſto.
Ditemi Mar­
candone, mi negarete, che gli iſtrumenti non
ſieno come noi habbiamo diſpoſti, cioè relati­
ui, & che perciò non dicano habitudine?
MAR. Non che non lo dirò, & che per que­
sto?
MOR. Che per queſto, ſe i modi ſono
iſtrumenti, & perciò habbino habitudine, ſe­
guirà che habbino habitudine alle coſe di che
ſono iſtrumenti, & che le loro differenze depen
dano da dette coſe, ſi come hauemo detto di

ſopra, ancor de gli altri iſtrumenti.
MAR.
Adunque biſognerà dire, che tutte le altre
differenze naſcano dalla coſa, & non da co­
lui, che inſegna, & da colui, che è inſegna-

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