Tartaglia, Niccolo, Quesiti et inventioni diverse, 1554

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                der poteti) che di quel capitolo di coſa, & cubo, egual à numero, moſtrando che à me
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                nou fia diſdiceuole il chiederuelo, ne il concederlo mi à uoi, altreſi, & ſe in lei trouare­
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                te aggionta alcuna uoce, & de altre in tutto caſſe, & altre in tutto mutate, questiſono
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                gli inditij, che lei dimoſtrino eſſer ſtata ſcritta diſcontiamente, & benche io acconcio,
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                & adaggiato ſia non ſcriua bene, non dico giai caratteri, che cura alcuna in eßi non
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                ho poſta, come uoi ſteſſo ueder potete, ma dico nel ſtile, & per cio ſe in lei trouaſte uo­
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                ce, che ui ſpiaceſſero, uaglia il perdonare, che ſe mailettra fu diſconciamente ſcritta,
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                credo che queſta ſia una d'eſſe, dico diſconciamente per hauerla ſcritta in cinque gior­
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                ni, hora in un luoco, hora in un'altro, & di cio ne potrebbe eſſer buon teſtimonio mae
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                ſtro Battista, che ſtaua in caſa del Conte Nicolo de Lodron, il quale. </s>
                <s id="s.002437">& io altreſi à uoi
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                molto ſe aricomandiamo, & uorrei che al Frate, che ſta in Fricciaria me aricomanda­
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                ſti, ma primieramente uorrei, che letta che harete la lettra, che incontanente notaſti i
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                caſi, che all hora all'hora piu ageuolmente uoi potrete, ma per mio contento piacciaui
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                di notar per il primo quello di coſa, è cubo, egual à numero, & all'hora all hora man­
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                darmeli ſel fuſſe poßibile uia piu che digaloppo, & c. à. </s>
                <s id="s.002438">5. di Genaro.
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                1537. </s>
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                iouanni di Tonini uostro à guiſa di buon fratello.
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                NICOLO. Q
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                ueſta ſua gran retorica non uoglio che habbia riſpoſta da me. </s>
                <s id="s.002440">Ma pur
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                uoglio conſiderar queſto ſuo queſito, nel qual lui uole, che io gli troui tre quantita con
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                tinue proportionale, che la maggior ſia. </s>
                <s id="s.002441">700. & che il produtto delle due menore, l'u
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                na fia l'altra, moltiplicato poi in ſe medeſimo produca la Radice cuba de. </s>
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                Qual credo, che ſia facile, uero è, che per riſoluerlo biſogna notar, che moltiplicando
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                la prima ditre quantita continue proportionale fia la ſ<17>conda, & quel produtto fia la
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                terza, quell'ultimo produtto ſempre ſara eguale al cubo della ſeconda, e per tunto ſe il
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                quadrato delle due menore l una fia l'altra fanno
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                cuba. </s>
                <s id="s.002443">10000. adunque il puro pro
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                dutto fu la
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                quadra della
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                cuba de. </s>
                <s id="s.002444">10000. cioe il fu
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                cuba. </s>
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                plicandolo fia la terza, che ſu.
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                700. (
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                cubando prima.
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                700.)
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                fara
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                cuba. </s>
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                & la
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                cuba di questo produtto ſara lo ſecondo termine, cioe
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                cuba de
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                <22>.
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                cuba.
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                <s id="s.002447">34300000000. Hor per trouar il primo termine quadro il ſecondo, cioe
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                cuba de
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                cuba. </s>
                <s id="s.002448">34300000000. & quel tal quadrato lo parto per lo terzo, cîoe per. </s>
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                cando. </s>
                <s id="s.002450">700. à cubo de cubo) ne uenira
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                cuba de
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                cuba. </s>
                <s id="s.002451">117049/4035360700. & que­
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                ſto ſara il primo termme, che è il propoſito.
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                <s id="s.002452">QVESITO. XXIX. FATTO DAL MEDESIMO
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                M
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                eſſer Zuane de Tonini da Coi, con una ſua lettera alli. </s>
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                di Febraro. </s>
                <s id="s.002454">1537. In Venetia.
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                <s id="s.002455">MESSER ZVANE. M
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                eſſer Nicolo il me ha detto Benedetto cauallaro,
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                che uoi haueti hauuta la noſtra lettera, & che gli hauete detto, che uoi me ha­
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                ueti à cio riſpoſto, ilche à me pare molto duro à douerlo credere, conſiderando ch'egli
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                è meſſo molto da fidarſe, & che all'uno, & a l'altro di noi ſerue uolontieri. </s>
                <s id="s.002456">Et che non
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                mi hauete uoluto per lui mandar mi lettra niuna la, onde non ſto gia in penſiero, che
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                uoi reſtar non doueuate, perche ui mancaſſe la carta, o per non ſaper ſcriuere, o per
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