Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1Diceuano, che colui, che inſegna può inſegna
re in uoce, & in ſcrittura, che può ancora in
ſegnare con atti, ſi come fece Zenone.
Que­
sto modo è raro, però uengo à gli altri, i qua­
li ſono come di ſopra è stato detto, per riſpet­
to della implicatione di colui, che inſegna, con
colui, che è inſegnato.
& per riſpetto ancora
della coſa inſegnata, & del tempo in che s'in­
ſegna.
Ma perche non uariano altrimenti di
quelli, che habbiamo detto, io, ſe coſi pare
à uoi, me ne paſſerò al modo, che tengono nel
complicarſi.
MOR. A che propoſito il repli­
care quello, che è stato detto?
MAR. Inuero
la breuità del tempo non lo comporta.
TOM.
Se per cauſa alcuna mi doueßi indurre a repli
care, douerebbe eſſere, che non fuſſero stati
inteſi, ma ueggo che uoi inanzi ne erauate ca
pacißimi.
MOR. Baſta che hora ne ſiamo capa
ci, mercè della facilità, che hauete nello iſpri
mere le coſe, che difficili ſono talmente, che
le fate facili.
MAR. Che uolete che egli ſap­
pia fare la Scala della facilità, & che non ſap
pia poi caminare per eſſa?
MOR. Anzi dico
per queſto, che è talmente facile, che le coſe
difficili rende facili; ne però diſcende ad una
baſſezza del dire, che meriti biaſimo.
TOM.
Laſciatemi almeno finire i paßi di gratia,
inanzi che uogliate publicarmi per perfetto

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