Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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224116OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Bizzarra porta nella facciata della Chieſa de’Padri Geſuiti.
E’ ſtravagante e ſcompoſta la maniera del preſente rimenato, tagliato e poſto ſgar-
batamente, che ſi oſſerva ſulla porta della facciata di queſta Chieſa, mentre trovaſi
mancante in tutte le ſue parti dei requiſiti neceſſarj, sì perchè la cornice, che lo ſoſtie-
ne, appoggia ſul falſo della ſoglia, come altresì per non corriſpondere eſſo rimenato
collo ſporto delle cornici di ſotto, ma ſta ritirato in dentro:
l’aletta inoltre, che gli
è al fianco, è priva dello ſporgimento della propria cornice, la quale reſta perduta ſot-
to alla guſcia del rimenato medeſimo.
Invenzioni ſon queſte di niun valore, e fatte
a poſta per diſtruggere quel nobile, e poſitivo, che è tanto proprio dell’ Architettura.
Si può anche in queſto luogo aggiungere la ſtravaganza dello ſtrato poſto fuori del-
la fineſtra di ſopra, che ſcherza ſvolazzando, volendoſi far comparire un drappo po
ſto per ornamento in occaſione d’alcuna ſolennità.
Ma chi così penſa va errato,
non eſſendo la pietra materia sì leggiera, che poſſa eſſer moſſa dal vento, come le
bandiere, ma materia ſoda e peſante, ricercando queſta d’appoggiarſi, di ſtar fer-
ma, e ſtabile, e non già ſcherzar per l’aria.
Per la qual coſa non potrà mai com-
mendarſi ſiffatto penſare, ma quel ſolo, che ſeconda la natura e la proprietà, lon-
taniſſime dal moderno immaginare guaſto e corrotto.
Mi duole nel più vivo dell’
anima di vedere ſiffatte incoerenze, che in vece di far onore all’ Arte, ed all’ Arte-
fice, diſonorano entrambi.
Gran coſa, che ai dì noſtri ſiaſi avanzato il sì ſconcioe
diſordinato abuſo, che non ſi rilevi più la ſincera e ſchietta verace Architettura,
ma che ſi operi tutt’al contrario di quella, riempiendola di ſmorfioſe introduzioni
da ſcena, come oſſervammo nella Chieſa de’ Padri Scalzi ne’ſuoi ſtravolti ornamen-
ti e ſcompoſta Architettura.
Lo ſteſio dobbiamo dire di queſta Chieſa de’ Padri Ge-
ſuiti, che è ſimilmente piena di diſordine, e d’incoerenze.
Si oſſervino i tanti ſtuc-
chi dorati, e sì male ideati nella ſoffitta, ricca certamente, ma eſeguita ſcorretta-
mente:
e poi che mai voglion dire quei quattro gran vaſi poſti ſopra i quattro pi-
laſtri nella Crociera di forma sì peſante, con altri molti d’intorno, che ſarebbero più
convenuti ad un portone di villa, che ad una Chieſa:
e più dicevole ſarebbe ſtato,
ſe vi foſſero ſtati collocati quattro Angioli in piedi leggermente e con garbo ſcher-
zanti con geroglifici alludenti alla ſantità, in vece di tante ridicole bagattelle, che
empiono di confuſione, sì malamente qua e là diſpoſte, e ſopra la cornice grande
con feſtoni ſcompoſti, che legano, porta, ed Arca di Noè con altre molte irregola-
rità in ſeguito, iltutto fuor di propoſito, e ſenza grazia:
come al@r@sì le altre ſmor-
fioſità sì mal penſate, come lo ſtravagante pulpito, e i coretti colla giunta di foglia-
mi riportati di verde antico ſulle quattro colonne della Cappella maggiore, e gl’in-
tercolunnj, e fregio intorno alla Chieſa, e non poi i pilaſtri, lo che forma paten-
te diſordine riſpetto all’uguaglianza delle parti@ Dee dirſi c@u verità, che in queſta
fabbrica non riſalta quella maeſtà, e quella purità, che richiede la ſanta Caſa di
Dio, che dee eſſer ornata di ſola ſemplicità maeſtoſa e ſchienezza.
Porta del Palazzo Piſani a Sant’ Angelo diſſonante nelle ſue parti.
Si oſſervi la preſente porta, che ſi diſtingue molto, non già per la ſua bellezza,
ma per la diſſonanza delle ſue parti.
Il pilaſtro Dorico, che le è al fianco, non le-
ga in verun conto colla porta, che per eſſere a volta rompe l’architrave, e non ha
punto di maeſtà:
i modiglioni del pergolato diſdicono, poichè il primo ſta bene ſul
pilaſtro, ma torna male il ſecondo, perchè non ha corriſpondenza, nè collo ſtipite,
nè col vivo della porta.
Operazioni ordinate in tal modo non rappreſentano, che
tacconi, edinvenzioni ſtravolte, allontanandoſi dal naturale eſſer loro.
Architetti ve-
ramente grandi ſon queſti, che fanno ſpiccare il raro loro ſapere, pieni di ripieghi
particolari, e di pellegrine invenzioni;
ma reſtano deluſi nel loro fine. Il valentuo-
mo dee perpetuamente penſare al buono, al decoroſo, ed anche al particolare;
ma
in quella maniera, che ricerca il dovere, e che compete alla ragionevole Architettu-
ra, non meno pel decoro di quella, che per la magniſicenza delle fabbriche.

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