Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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228120OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Fronteſpizio, o Rimenato dell’ Altare del Criſto nella Nuova Chieſa
di San Geremia.
E’oſſervabile in queſto altare il rimenato ultimo per la ſua maniera bizzarra, e
poſitura ſtravagante, così aperto per mezzo nella parte inferiore, formando col goc-
ciolatojo un bovolo, che gira verſo il timpano.
La guſcia poi, o ſia gola ne forma
un altro, che gira al di fuori, tenendo nella mezzerìa una cinta, con ſopra una cre-
ſta diviſa in cinque rami, che a guiſa di cimiero moſtra d’ornare lo ſteſſo con fio-
ri, che dal medeſimo ſtendonſi ſopra lo ſteſſo rimenato, e ſteſſamente la cartella nel
timpano.
So bene, che una volta fu propoſta un’idea per formare una porta d’Or-
dine Dorico nella fabbrica della Sapienza in Roma, e queſta teneva il fronteſpizio
diviſo nel gocciolatojo, venendo cosìa formare due timpani, cioè, uno a rimenato,
e quel di ſopra a fronteſpizio.
Queſta però ſarebbe ſtata una ſingolare moſtruoſità:
eppure tal penſiero era del celebre Michel Angelo, ed io ne ho veduto la ſtampa.
Così parimente mi ſembra una ſtravaganza vizioſa il vedere ſpaccato queſto fronte-
ſpizio nel fuo appoggio, che aprendoſi non può più reggere ſe ſteſſo, ma a ſomi-
glianza delle foglie del ſedano, quando s’aprono nel fondo, s’accartocciano uua in
qua, l’altra in là.
Bizzarria è queſta ſmorfioſa priva di qualunque grazia. Riſpetto
poi a tutto il rimanente dell’ ornamento, è tutto peſante, e nudo delia gentilezza,
che gli è naturale.
Porte nel ſecondo Clauſtro del Convento dei Frari, una del Refettorio, l’altra
della Foreſteria ſomiglianti.
Queſta è una delle due ſomiglianti porte. Sono queſte, come appariſce, d’una
maniera molto particolare, nulla contenendo di buono, ma tutto vi è ſgarbato, e
vizioſo.
Si oſſervi la Zanca, che ripoſa ſul pilaſtro, modenata poi al di ſotto a mo-
do di guacerone, e che gira all’insù per ſoſtener la cornice, che è leſinata, eripo-
ſa ſopr’ eſſa il ben ſucchiato fronteſpizio con menſola nel mezzo.
Figura ſconciſſima,
e diſguſtante;
e quel che è peggio, la ſteſſa porta è priva della ſua ſoglia; poichè
ciò, che preſenta, non figura ſe non che una peſante macchina, che ſtia in aria.
Manco male, che reſta interrotto lo ſpazio dallo ſcudo dell’arma Franceſcana, che
mitiga alcun poco la ſua goſſezza.
Da penſieri sì ſtravaganti e che può mai rica.
vare un povero ſtudente, il quale ſi crede pregevole una tal figura?
Miſero lui, ſe
ſi fida a fiſſatti eſemplari, enon gli sfugge, ſeguendo la vera ſtrada battuta dai buo-
ni antichi Architetti.
Cima dell’ Altare di S. Franceſco nella Chieſa di S. Pantaleone.
Ho ſtimato bene di far rilevar l’errore anche di queſta Cima, per eſter veramen-
te curioſo, e ſingolare.
Queſto Altare è d’Ordine Corintio, e così ſono le ſue pila-
ſtrate;
ma ove dovrebb’ eſſere la ſua colonna principale, vi è una menſola, e que-
ſta porta il capitello Jonico.
Bizzarria ſconvenientiſſima, che non produce ſe non
confuſione, con queſto di più, che per accompagnare l’impoſta dell’arco, taglia il
pilaſtro di fuori colla ſua cornice.
Tutte ſmorſioſe irregolarità, e mal ideati orna-
menti, che ſovvertono il buon ordine della ſana Architettura.
Ove mai ſtudiarono
tali coſe queſti ſtolti Architetti?
Non mai certamente ſul buono, ma ſul corrotto,
e cattivo;
e ſtimando di far coſe pellegrine, e nuove, altro a dir vero non ſanno,
che paſticci, e moſtruoſità.

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