E poichè non si poteva ragionevolmente sospettar da nessuno
de'francesi un attentato di furto, colla Lettera robervelliana sott'oc
chio, si direbbe che quasi i Nostri non fossero troppo bene infor
mati di quel che si scriveva in Francia delle cose loro. Ciò che poi
si può ritenere per certo, è che i nostri Accademici non rivolsero
la debita attenzione al libro degli Esperimenti del Pecquet, ne'quali
tant'oltre si promuove dall'Autore la scienza torricelliana. Prova
di questo sarebbe per noi il vedere in un Diario manoscritto essere
il Segretario incerto se sia del Roberval l'esperienza della vescica
nel vuoto, e nel Libro de'Saggi (Firenze 1841, pag. 27) s'attri
buisce al Roberval stesso l'esperienza del vuoto nel vuoto, mentre
il Pacquet chiaramente dice che fu prima felicemente tentata acu
tissimi Auzotii sagacitate. Benchè, a voler dir giusto, quel bellis
simo esperimento non fu primo a farlo nè il Roberval nè l'Auzout,
ma il Pascal, in più elegante e facile modo.
de'francesi un attentato di furto, colla Lettera robervelliana sott'oc
chio, si direbbe che quasi i Nostri non fossero troppo bene infor
mati di quel che si scriveva in Francia delle cose loro. Ciò che poi
si può ritenere per certo, è che i nostri Accademici non rivolsero
la debita attenzione al libro degli Esperimenti del Pecquet, ne'quali
tant'oltre si promuove dall'Autore la scienza torricelliana. Prova
di questo sarebbe per noi il vedere in un Diario manoscritto essere
il Segretario incerto se sia del Roberval l'esperienza della vescica
nel vuoto, e nel Libro de'Saggi (Firenze 1841, pag. 27) s'attri
buisce al Roberval stesso l'esperienza del vuoto nel vuoto, mentre
il Pacquet chiaramente dice che fu prima felicemente tentata acu
tissimi Auzotii sagacitate. Benchè, a voler dir giusto, quel bellis
simo esperimento non fu primo a farlo nè il Roberval nè l'Auzout,
ma il Pascal, in più elegante e facile modo.
Che si vedesse poi da'Nostri questo ingerirsi degli stranieri
nella loro scienza di mal occhio, si prova per l'esempio del Boyle,
i Nuovi Esperimenti fisico meccanici del quale furono pubblicati
in inglese neì 1659, e poco dopo a benefizio di tutti tradotti in la
tino. Quei celebri esperimenti furono tutti fatti nel vuoto operato
per mezzo della macchina pneumatica, che perciò si disse vuoto
boileiano. Eppure i nostri Accademici tanto di mal animo s'indus
sero a far uso di quella macchina! Forse che essi credevano il
vuoto torricelliano dover riuscir più perfetto? Ma pure il Boyle
stesso ne'suoi Nuovi esperimenti circa relationem inter flammam
et acrem aveva discusso la questione, e aveva mostrato in quali
casi giovi sperimentar nel voto boileiano, e in quali nel torricel
liano; cosa dall'altra parte che i Nostri potevano saper benissimo
per loro propria esperienza. Ma la ragion potissima perch'essi ri
fuggissero così dal vuoto boileiano, ce la dice chiara il Borelli,
quando, trovatasi dagli Accademici del Cimento gran difficoltà nel
l'agitare il bastoncino per confricar nel vuoto la pallottolina del
l'ambra, disperati pensarono di ricorrere alla Macchina boileiana.
Allora il Borelli immaginò un nuovo apparecchio, colla pratica del
quale sperava di agevolar l'esperienza senza chiedere aiuto a stra
nieri. (Targioni, Aggrandim. T. II. P. II. pag. 606). Mossi pure da
questa intenzione il Borelli stesso e il Viviani gareggiarono insieme
a inventare il più sicuro e più comodo vaso del gran vacuo, dentro
nella loro scienza di mal occhio, si prova per l'esempio del Boyle,
i Nuovi Esperimenti fisico meccanici del quale furono pubblicati
in inglese neì 1659, e poco dopo a benefizio di tutti tradotti in la
tino. Quei celebri esperimenti furono tutti fatti nel vuoto operato
per mezzo della macchina pneumatica, che perciò si disse vuoto
boileiano. Eppure i nostri Accademici tanto di mal animo s'indus
sero a far uso di quella macchina! Forse che essi credevano il
vuoto torricelliano dover riuscir più perfetto? Ma pure il Boyle
stesso ne'suoi Nuovi esperimenti circa relationem inter flammam
et acrem aveva discusso la questione, e aveva mostrato in quali
casi giovi sperimentar nel voto boileiano, e in quali nel torricel
liano; cosa dall'altra parte che i Nostri potevano saper benissimo
per loro propria esperienza. Ma la ragion potissima perch'essi ri
fuggissero così dal vuoto boileiano, ce la dice chiara il Borelli,
quando, trovatasi dagli Accademici del Cimento gran difficoltà nel
l'agitare il bastoncino per confricar nel vuoto la pallottolina del
l'ambra, disperati pensarono di ricorrere alla Macchina boileiana.
Allora il Borelli immaginò un nuovo apparecchio, colla pratica del
quale sperava di agevolar l'esperienza senza chiedere aiuto a stra
nieri. (Targioni, Aggrandim. T. II. P. II. pag. 606). Mossi pure da
questa intenzione il Borelli stesso e il Viviani gareggiarono insieme
a inventare il più sicuro e più comodo vaso del gran vacuo, dentro