Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Che si vedesse poi da'Nostri questo ingerirsi degli stranieri
nella
loro scienza di mal occhio, si prova per l'esempio del Boyle,
i
Nuovi Esperimenti fisico meccanici del quale furono pubblicati
in
inglese neì 1659, e poco dopo a benefizio di tutti tradotti in la­
tino
.
Quei celebri esperimenti furono tutti fatti nel vuoto operato
per
mezzo della macchina pneumatica, che perciò si disse vuoto
boileiano
. Eppure i nostri Accademici tanto di mal animo s'indus­
sero
a far uso di quella macchina! Forse che essi credevano il
vuoto
torricelliano dover riuscir più perfetto?
Ma pure il Boyle
stesso
ne'suoi Nuovi esperimenti circa relationem inter flammam
et
acrem aveva discusso la questione, e aveva mostrato in quali
casi
giovi sperimentar nel voto boileiano, e in quali nel torricel­
liano
; cosa dall'altra parte che i Nostri potevano saper benissimo
per
loro propria esperienza.
Ma la ragion potissima perch'essi ri­
fuggissero
così dal vuoto boileiano, ce la dice chiara il Borelli,
quando
, trovatasi dagli Accademici del Cimento gran difficoltà nel­
l
'agitare il bastoncino per confricar nel vuoto la pallottolina del­
l
'ambra, disperati pensarono di ricorrere alla Macchina boileiana.

Allora
il Borelli immaginò un nuovo apparecchio, colla pratica del
quale
sperava di agevolar l'esperienza senza chiedere aiuto a stra­
nieri
. (Targioni, Aggrandim.
T. II. P. II. pag. 606). Mossi pure da
questa
intenzione il Borelli stesso e il Viviani gareggiarono insieme
a
inventare il più sicuro e più comodo vaso del gran vacuo, dentro

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