Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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2311 mezo ſia il medeſimo, cioè ò egualmente moſſo, ò
egualmente reſiſtente.
Lo ſteſſo accade alli V ccel-
li, quando nel muouer ſe ſteſſi adoprano la medeſi-
ma forza.
Nè altro ſuccede alli proietti quando ſo-
no moſſi dalla forza medeſima ſino che ſono vniti al
ſuo proiciente.
Se poi la naue, & altri ſono moſſi
dall´empito concepito dal vento, remi, &
c. quali
non più operino, all´hora il moto ſi và à poco à po-
co debilitando, mà egualmente in tutti li giri, che
formano maggiori, ò minori.
Queſte eſperienze
del Signor Borelli ſono veriſſime, mà non sò vedere
come facino contro di noi, e che ſimilitudine hab-
bino con la noſtra controuerſia.
Cont. Ne adduce vn´altra, che dice eſſer aſſai ſi-
mile à quella, che ſi controuerte.
A B C, ſia vn pen-
dolo, il filo del quale
4[Figure 4] paſſi per l´anello B,
fermato nel palco di
vna ſtanza, ſi riuolti il
pendolo in guiſa, che
la palla di piombo A,
deſcriui il cerchio A
DE, imprimendoli vn
determinato grado di
velocità, ſe tiri il ter-
mine del filo C, ſino
in H, in maniera, che
_la lunghezza del pendolo B F, ſia la quarta parte di A

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