Cavalieri, Buonaventura, Lo specchio ustorio overo trattato delle settioni coniche, et alcuni loro mirabili effetti intorno al lume, caldo, freddo, suono, e moto ancora

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[51.] Della quarta proprietà dell’Eliſſi. Cap. XX.
[52.] Dimoſtratione.
[53.] Della proprietà, ancor lei belliſſima, della cir-conferenza dicircolo intorno alle inci-denti, er@fleſſe. Cap. XXI.
[54.] Eſſempio ſopra la 17. figura.
[55.] Delle Superficie, che ſi poſſone generare dalle Set-tioni Coniche, e come à quelle s’accomodino le già dimo strate loro proprietà, e de’lor nomi. Cap. XXII.
[56.] Epilogo delle ſudette proprietà delle Settioni Coniche, applicate alle da loro generate ſuperficie. Cap. XXIII.
[57.] Corollario.
[58.] TAVOLA SPECOLARIA. Potiamo per via della rifleſſione con la ſuperficie ſcritta nell’area di questa Tauola fare L E
[59.] Dell’vſo della precedente Tauola Specolaria. Cap. XXIV.
[60.] Digreſsione intor no le Refrattioni.
[61.] Come ſi poſsi accendere il fuoco per il rifleſſo de’ raggi Solari. Cap. XXV.
[62.] Dimostratione ſopra la 18. Figura.
[63.] Come per rifleſſione ſi poſſi accender fuoco con il ri-uerbero della fiamma, ò de i carboni acceſi. Cap. XXVI.
[64.] Come in due maniere potiamo ſeruirci delli ſudetti Specchi. Cap. XXVII.
[65.] Dello Specchio Vctorio d’Archimede. Cap. XXVIII.
[66.] Della Linea Vſtoria di Gio. Battiſta Porta, che ab-brucia in infinito. Cap. XXIX.
[67.] In qual ſenſo ſtimi l’Autore che la ſudetta Linea Vstoria ſi poſſa ſoſtenere. Cap. XXIX.
[68.] Dello Specchio Vſtorio imaginato dall’Autore, e varietà di quello. Cap. XXX.
[69.] Hist. 35. Chil. 2.
[70.] Come con lt ſudetti Specchi potiamo di notte manda-re il lume lontano. Cap. XXXII.
[71.] Come potiamo ſentir quel ſuono, che per altro uon s vdirebbe, ò ſentir meglio quello, che de-bolmente ſi ſente. Cap. XXXIII.
[73.] Come per il contrario potiamo inuigorire il ſuono, ſi che ſia ſentito più gagliardo, che non ſi ſentirebbe. Cap. XXXIV.
[74.] Come ſi poſſa fabricare vna stanza talmente, che chi ſtarà in vn’angolo di quella, ſenta il ſuo-no fatto nell’altro angolo diametral-mente oppoſto, non ſentendo quel-li, che ſaranno nel mezo. Cap. XXXV.
[75.] De i Vaſi Teatrali di Vitruuio. Cap. XXXVI.
[76.] Delle altre ſuperficie, che dal vario mouimento, ò fluſſo delle Settioni Coniche poſſono eſſer generate. Cap. XXXVII.
[77.] Della cognitione del Moto. Cap. XXXVIII.
[78.] Del mouimento de’corpi graui. Cap. XX XIX.
[79.] Qual ſorte dilinea deſcriuano i graui nelloro moto, ſpiccati che ſiano dal proiciente. Cap. XL.
[80.] Dimoſtratione ſopra la figura 25.
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233 de. Così ſi trouorno gli Arenarij, gli Horolo-
gij
da ruote, e le Cleſſidri, &
il primo, che à
Roma
le faceſſe vedere Scipion Naſica
l’anno
594.
doppo l’edificatione di Roma.
Fra gli Autori poi, che ſi preualſero del moto
lontano
, cioè di quel delle ſtelle fiſſe, per mi-
ſurar’il
tempola notte, poterno ben ſeruirſi di
quelle
, e maſſime delle ſempre apparenti nel-
la
ſua regione, come noi dell’Orſa minore, o
maggiore
, del Dragone, di Ceffeo, o di Caſ-
ſiopea
, tralaſciãdone i Pianeti, come ſoggetti
à
diuerſi accidẽti, come d’irregolarità di moti
apparenti
, di ſtationi, direttioni, e retrogra-
dationi
, o di parallaſſi, e ſimili, eccettuatone
però
il Sole;
ma per miſurar’il tempo di gior-
no
, non gli reſtò altro, che il moto, e lume pur
del
Sole, che nell’abiſſo del ſuo ſplẽdore i pic-
coliſſimi
lumi delle ſtelle ci naſconde;
egli è
però
vero, che nel principio aſſai rozamente
parue
, che ſi portaſſero, come accader ſuole
di
tutte le nuoue inuentioni, poiche in Roma
particolarmente
, Città così inſigne, ſi no-
taua
altro, che in dodici Tauole l’Orto, e l’Oc-
caſo
del Sole, quali ſi eſponeuano publicamẽ-
te
;
al che doppo alcuni anni ſi aggiunſe

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