230206DELLA FORZA DE’ CORPI
taſſe in tutte egualmente, eziandio nelle infinita-
mente piccole; non per ciò richiederebbe, che el-
la doveſſe anche eſercitarſi nella contuſione de cor-
pi perfettamente duri, la quale eſſendo veramen-
te nulla, non entra, ne può entrare in quella ſe-
rie. E chi voleſſe ſupporre tali corpi, e diceſſe,
niente eſercitarſi nel loro incontro la forza viva,
non offenderebbe in niun modo la legge della
continuità. Eſſendomi io qui taciuto non meno,
che il Signor Marcheſe di Campo Hermoſo; man-
co male, diſſe il Signor D. Serao, che queſto gio-
vane ha ſtudiata la dialettica in Alcalà ; ne men
vi volea per tener dietro alle voſtre ſottigliezze.
Ma tante già ne avete dette, che la Signora Prin-
cipeſſa ne ſarà ſazia, e vorrà bene, che voi venia-
te all’ altra parte della voſtra propoſta. Queſte
ſottigliezze, diſſe la Signora Principeſſa, mi ſo-
no piaciute, perchè potrebbono anche eſſer ve-
re. Ne però meno mi piacerà, che ſi venga all’
altra parte, che voi dite. Qual è? diſſi io allora.
Voi diceſte, riſpoſe il Signor D. Serao, che ſup-
ponendoſi i corpi duriſſimi, e dicendoſi, che la
forza viva niente ſi eſerciterebbe nel loro incon-
tro, ciò nulla offenderebbe la legge della conti-
nuità; e di queſto avete già favellato abbaſtanza;
forſe anche troppo. Aggiungeſte poi, che quand’
anche quella ſuppoſizione foſſe contraria alla leg-
ge della continuità, pur non ſarebbe da rifiutar-
ſi; eſſendo lecito ſecondo voi formar talvolta ſup-
poſizioni contrarie alle leggi ſteſſe della
mente piccole; non per ciò richiederebbe, che el-
la doveſſe anche eſercitarſi nella contuſione de cor-
pi perfettamente duri, la quale eſſendo veramen-
te nulla, non entra, ne può entrare in quella ſe-
rie. E chi voleſſe ſupporre tali corpi, e diceſſe,
niente eſercitarſi nel loro incontro la forza viva,
non offenderebbe in niun modo la legge della
continuità. Eſſendomi io qui taciuto non meno,
che il Signor Marcheſe di Campo Hermoſo; man-
co male, diſſe il Signor D. Serao, che queſto gio-
vane ha ſtudiata la dialettica in Alcalà ; ne men
vi volea per tener dietro alle voſtre ſottigliezze.
Ma tante già ne avete dette, che la Signora Prin-
cipeſſa ne ſarà ſazia, e vorrà bene, che voi venia-
te all’ altra parte della voſtra propoſta. Queſte
ſottigliezze, diſſe la Signora Principeſſa, mi ſo-
no piaciute, perchè potrebbono anche eſſer ve-
re. Ne però meno mi piacerà, che ſi venga all’
altra parte, che voi dite. Qual è? diſſi io allora.
Voi diceſte, riſpoſe il Signor D. Serao, che ſup-
ponendoſi i corpi duriſſimi, e dicendoſi, che la
forza viva niente ſi eſerciterebbe nel loro incon-
tro, ciò nulla offenderebbe la legge della conti-
nuità; e di queſto avete già favellato abbaſtanza;
forſe anche troppo. Aggiungeſte poi, che quand’
anche quella ſuppoſizione foſſe contraria alla leg-
ge della continuità, pur non ſarebbe da rifiutar-
ſi; eſſendo lecito ſecondo voi formar talvolta ſup-
poſizioni contrarie alle leggi ſteſſe della