Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

List of thumbnails

< >
131
131 (107)
132
132 (108)
133
133 (109)
134
134 (110)
135
135 (111)
136
136 (112)
137
137 (113)
138
138 (114)
139
139 (115)
140
140 (116)
< >
page |< < (207) of 343 > >|
231207LIBRO II. le quali leggi ſtringono i corpi, che ſono; non
quei, che ſi fingono.
Aggiunſi ancora, diſſi io
quivi, che la legge ſteſſa della continuità io non
ſo, ſe ſia veramente nella natura.
Anche di que-
ſto dunque, diſſe il Signor D.
Serao, ſarà bene
dir poi.
Ora piacemi, ſe piace a coteſti Signori,
che ci moſtriate, come ſia lecito ai filoſofi formare
una ſuppoſizione, che a qualche volta ſia contra-
ria alle leggi della natura;
perchè io metto pure
tra le leggi della natura la continuità, e così ne
ſono geloſo, che non vorrei, che la oſſervaſſero
ſolamente i corpi, che ſono, ma quelli ancora,
che ſi ſuppongono.
Se voi, riſpoſi, ne ſiete geloſo
fino a queſto ſegno, biſogna ben dire che voi ſia-
te oltre modo geloſo.
Perciocchè quante altre
leggi ha nella natura, che i filoſofi traſcurano nei
corpi, che piace lor di ſupporre;
e non per tan-
to ſi hanno per buone le ſuppoſizioni loro?
Qual
coſa più contraria alle leggi della natura, che ſup-
porre una verga, la cui gravità ſia tutta raccolta
in un ſol punto?
pur ſi concede ai filoſofi di ſup-
porla per trovar le leggi dei pendoli.
Quanti di
queſti eſempi potrei addurvi, per cui chiaro ap-
parirebbe eſſere già tra i ſiloſofi una licenza quaſi
comune di formar ſuppoſizioni, che ſi oppongo-
no alle leggi della natura, ne ſono però meno
utili, ne meno comode! Voi queſto, diſſe qui-
vi la Signora Principeſſa, mi avete perſuaſo con
l’ eſempio dei pendoli;
pur non poſso negarvi,
che il ſuppor coſa, che ſi opponga a qualche

Text layer

  • Dictionary

Text normalization

  • Original

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index