Tartaglia, Niccolo, Quesiti et inventioni diverse, 1554

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La ſeconda, duifeceno compagnia, & poſſeno non ſo quanti ducati, & guadagnor­
no il cubo dellà decima parte del ſuo capitale, & ſe haueſſero guadagnato.
3. meno di
quello che guadagnorno haueriano guadagnato tanto quanto fuil ſuo capitale aponto
ſe domanda il ſuo capital è guadagno, non altro.
Hieronimo Cardano Medico.
NICOLO. Eccellentißimo meſſer Hieronimo ho riceuuto una uoſtra, nella quale
dite che molto ue mar auigliati de ſi diſconueneuole riſpoſta per me data à une Zuanan
tonio da Baſſano Libraro, per hauergli negato di dare la maggior parte di quello mi
richiedeua da parte di uoſtra Eccellentia, per ilche quella uſa de molte braue, arro­
gante, & ingiurioſe parole, che à uolerle replicare, & riſpondere à una per una,
ui andaria da ſcriuere aſſai, fra le quale uoi dite, che me accuſate in quattro coſe
di momento.
La prima è, che uoi diceti, che io ho detto al libraro, che quelle ſette interrogatio­
ni à me mandate non eſſer uoſtre, ma d'un meſſer Zuane da Coi, quaſi uolendo dire, che
il non ſia huomo in Millano, che ſapeſſe ſoluere tale interrogationi, con cio che ſugue.
Circa à queſta uoſtra prima accuſa ui riſpondo, & dico, che eglie il uero, che io ho det
to, che tale queſtioni erano di meſſer Zuane da Coi, perche gia fa un'anno è meggio à
me, me ne propoſe una ſimile alla penultima di quella (ma ſotto altre parole) la quale à
lui medeſimo gli feciconfeſſare qua in Venetia, che non la intendeua, & non la ſapeua
riſoluere, ſi che per tal ragione, & altri inditij giudicai tale questioni eſſer ſue, et che
lui proprio me le mandaſſe ſotto nome uoſtro, ma quando che il libraro me acerto ha­
uerle hauute da uoſtra Eccellentia, giudicai che il detto meſſer Zuane da Coi fuſſe ue­
nuto à Millano, & che gli haueſſe proposte à quella (come che anchor giudico, & ten
go per fermo) & che quella per non ſaperle riſoluere me le habbia mandate dariſol­
uere à me per le ragioni, che di ſotto ſe dira.
Secondariamente quella dice, che mi accuſa, che ho detto al detto libraro, che ſolta
una delle queſtioni di M. Antoniomaria ſariano ſolte tutte le uoſtre. 7. à me mandate.
Tertio quella dice, che mi accuſa anchora, che io ho detto al ſopradetto libraro, che
aſſolta una delle uoſtre.
7. queſtioni à me mandate, ſariano riſolte tutte, & ſeguitando
dite, che queſta è una coſa falſißima, & che ſopra à queſto paſſo uoleti deponere.
100.
ſcudi, cioe che tale.
7. queſtioni non ſi ponno ridurre ne in una, ne in due, ne in tre que­
ſtioni, & quando che mi pareſſe di uoler deponere gli detti.
100. ſcudi ſopra à queſto
paſſo, che quella uenira à Venetia à posta, & chi quella dara ſicurta de banco la in Mil
lano uolendo io uenia la à Millano di accettare, oueramente che io debbia dare la detta
ſicurta qua in Venetia, che quella uenira qua à Venetia, &c.
Et per tanto circa à queſta uoſtra ſeconda, & terza accuſa ue riſpondo, & dico,
che credo che uoi ue habbiati inſoniato queſte uostre zance.
Eglie ben uero, che io ho
detto al detto libraro, che uoſtra Eccellentia non ſaperia riſoluere le dette.
7. que­
stioni à me mandate con regole generale, & accio che il non pareſſe, che io diceſſe tal
coſa ſenza qualche ragione, gli diſſe, che ſe quella non ſa riſoluere il capitolo de coſa è
cubo egual à numero (qual me ricercati con tanta iſtantia) manco ſapereti riſoluere
quelle uoſtre.
7. à me mandate, le quale conducano l'operante in piu ſtranie equationi,

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