Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1dimostro matematimente correre una grande analogia fra le traiet­
torie de'minimi corpi gettati e attratti dai mezzi diafani.
“ Nihil
omnium disputans, sed traiectorias corporum traiectoriis radiorum
persimiles solummodo determinans ” (Principia etc.
ibi, pag. 541).
E quanto al modo così controverso del diffondersi la luce nello
spazio?
— Riguardando il Newton la luce come un fluido qualunque,
col principio della repulsione molecolare ne spiegava l'elasticità,
della quale il grado s'argomentava per lui dal vederla correre tanto
7[Figure 7]
veloce (Optices, quaest.
XXI). Così fatta elasticità, come l'attrazione
verso i corpi taglienti e acuminati nel fenomeno grimaldiano, e le
traiettorie paraboliche descritte nel mezzo refringente dal raggio,
includevano senza dubbio l'ipotesi della emissione. L'Hook intanto
e l'Huyghens professavano un'ipotesi diversa, qual'era quella delle
ondulazioni eteree.
Ebbene: come si governò il Newton in questo
negozio che era tanta parte del suo nuovo sistema ottico?
Trat­
tandosi di cosa, da non si poter decidere con gli esperimenti, la
lascia a trattar nelle Questioni. Confessava ivi che il fosfeno nel-

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