Tartaglia, Niccolo, Quesiti et inventioni diverse, 1554

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1NICOLO. Per coſtui ſon ridutto à un ſtranio paſſo, perche ſenon uado à Millano
il
S.Marcheſe il potria hauer per male, & qualche male me potria riuſcire, & mal u
lontiera
ui uado, pur ui uoglio andare.
QVESITO. XXXIIII. FATTO PERSONAL­
mente dalla eccellentia del medeſimo meſſer Hieronimo Car
dano
in Millano in caſa ſua Adi. 25. Marzo. 1539.
MESSER HIERONIMO. Ho molto accaro che uoiſiati uenuto in que
ſta
, che la eccellentia del S.Marcheſe è caualcato per fina à Vegeuene, perche
haueremo
commodita di poterſe galdere, et ragionare inſieme delle coſe noſtre per fin
che
torni.
Certamente uoi ſeti ſtato pur troppo diſcorteſe à non hauermi uoluto da­
re
quella regola da uoi ritrouata ſopra il capitolo di coſa, e cubo egual à numero, et maſ
ſime
hauendouene tanto pregato. N. Io ue diro, io non fazzo tanto il careſtioſo, per
il
ſimplice capitolo, ne per le coſe ritrouate per lui, ma per quelle, che per notitia di
quello
ſi poſſono ritrouare, perche eglie una chiaue, che ne apre la uia à potere inueſti­
gare
infiniti altri capitoli, & ſe il non fuſſe che al preſente io ſon occupato nella tradut
tione
di Euclide, in uolgare (& per fin à queſt'hora l'ho tradutto per fin al ſuo.
13. li­
bro
) à molti altri capitoli haueria gia trouato regola generale, ma ſpedito che habbia
queſta
mia fatica di Euclide gia principiata, ho deſignato di componere un'opera di pra­
tica
, & inſieme con quella, una nuoua Algebra, nella quale non ſolamente ho deliberato
di
publicare ad ogni huomo tutte le dette mie inuentioni de capitoli nuoui, ma molti al
tri
, che ſpero di ritrouare, & anchora uoglio moſtrare la regola di poterne inueſtigar
ne
infiniti altri qualſpero, che la ſara una coſa utile, & bella, & queſta é la cauſa, che
me
glifa negar ad ogniuno, per che io al preſente non ui pongo alcuna cura ſopra di
loro
(per eſſer, come detto, occupato ſopra Euclide) & inſignandoli ad alcuno ſpecu­
latiuo
(come che è uoſtra eccellentia) facilmente potria con tal euidentia trouar altri
capitoli
(per eſſer facile lo aggiongere alle coſe trouate) & publicarli, come inuento­
re
, ilche facendo mi guaſtaria ogni mio diſſegno.
Si che questa è la principal cauſa, che
mi
ha fatto eſſer tanto diſcorteſe con uoſtra Eccellentia, & tanto piu facendo al preſen
te
imprimere quella ſua opera in ſimil materia, & hauendomi anchor ſcritto di uoler
dar
fuora tai mie inuentioni ſotto mio nome, & farmene inuentore La qual coſa in ef­
fetto
non mi piace in conto alcuno, perche tale mie inuentioni le uoglio publicare in ope
re
mie, et non in opere de altra perſona. M.H. Eue ho pur ſcritto anchora che ſe uoi
non
ui contentati, che io ue le dia fuora, che io le reteniro ſecrete. N. Baſta che in que
ſta
parte non ui ho uolesto credere. M.H. Io ui giuro, adſacra Dei euangelia, & da
real
gentil'huomo, non ſolamente da non publicar giamai tale uoſtre inuentioni, ſe me
le
inſignate.
Ma anchora ui prometto, et impegno la fede mia da real Christiano, da no
tarmele
in zifera, accio che dapoi la mia morte alcuno non le poſſa intendere, ſe me il
uoleti
mo credere credetilo, ſe non laſſatilo ſtare. N. Non uolendo io preſtar fede à
tanti
uoſtri giur amenti io meritaria certamente da eſſer giudicato huomo ſenza fede,
ma
perche ho deliberato caualcare per fina à Vegeuene à ritrouar la eccellentia del S.
M
archeſe, perche eglie hormai tre giorni ch'io ſon qua, & me rincreſſe lo aſpettare

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