Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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241217LIBRO II. d’ ordinario le formano, che appariſce in ogni lor
parte la continuità;
a ciò gl’ inducono certe re-
gole, che eſſi ſi hanno propoſto nel formarle;
dalle quali regole ſe vorranno partire (e potran-
no ſempre, che il vogliano) incontreranno nelle
lor figure tante diſcontinuità, quante ne vorran-
no;
ne tali figure ſaran per queſto da rimoverſi dal-
la conſiderazion dei geometri, e ſaranno così belle
e così buone, come le altre.
Et acciocchè non pa-
ja, che io abbia addotto l’ eſempio del perimetro
nel triangolo pernon averne altro, quantunque fa-
cilmente ſi intenda, che quello, che ho detto del
triangolo, può ſimilmente dirſi di ogni altro poli-
gono, e di tutte le linee curve, ove ne piaccia di
trasformarle in poligoni;
vedete di grazia un’ an-
golo ſolo fatto da due linee rette:
il quale, diſtra-
endoſi viepiù le linee, et allargandoſi, viepiù cre-
ſce, e più ſempre creſcendo, come le linee vengono
a porſi in dirittura l’ una dell’ altra, improv viſamen-
te divien nullo.
Il che certamente è contrario alla
continuità, la qual vorrebbe, che ogni quantità di-
veniſſe nulla a forza di impiccolirſi;
e voi vedete,
che l’ angolo divien nullo nel ſuo creſcere.
E ve-
dete però, diſſe quivi il Signor D.
Niccola, che
diſtraendoſi vie più le linee, vie più ancora creſce
l’ arco, che è miſura dell’ angolo;
e queſt’ arco,
mettendoſi le linee in dirittura l’ una dell’ altra.
,
non diviene già egli nullo;
anzi ſi fa maggiore che
mai;
laonde pare, che dove voi trovate diſcontinui-
tà, ſi trovi anzi continuità.
E ſimilmente potrei

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