Alberti, Leon Battista, L' architettura

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243239LIBRO SETTIMO. modeſti, piu utili, piu ornati d’ogni uirtù, & piu grati a Dio; come ſono queí det
ti che ſi leggono, fa d’eſſer tale, quale tu uuoi eſſer tenuto, ama &
ſarai ama-
to, &
ſimili. Et uorrei che’l componimento de le linee del pauimento fuſſe
tutto pieno di linee, &
di figure appartenenti a le proportioni, & a la Geome-
tria;
accioche da ogni banda fusſino eccitati a lo eſercitamento de lo animo.
Gli antichi uſarono di porre ne Tempii & ne portici per adornarli coſe rare &
115 eccellenti, come nel Tempio di Ercole furono quelle corna de le formiche ar-
recateui inſino da l’India, o come quelle corone di Canella, che Veſpaſiano con
duſſe nel Campidoglio, o come quella tazza d’oro che Auguſta poſe nel Tem-
pio principale del Monte Palatino dentroui una gran barba di Cinnamomo,
o cannella.
A Termo in Etholia debellata da Filippo, dicono, che erano ne’
2210 portici del Tempio meglio che quindici mila pezzi d’arme, &
per adornare il
Tempio meglio che dumila ſtatue, lequali ſecondo che racconta Polibio furo-
no tutte disfatte da Filippo, eccetto che quelle, ne lequali era, o ſcritto il nome
di alcuno Dio, o che rendeuano ſimiglianza alli Dii, &
non è forſe da conſidera-
re manco la gran quantità, che la uarietà di sì fatte coſe.
In Sicilia dice Solino
3315 furono alcuni, che faceuano le ſtatue di Sale, &
una dice Plinio ne fu fatta di ue-
tro.
Et certamente che ſimil coſe ſaranno rarisſime, & oltra modo degne
fuor de la oppenidne de la natura, &
de gli ingegni de gli huomini. Ma par-
leremo altroue de le ſtatue.
Metteſi de le colonne ne le mura, & ſi applicano a
uani.
Ma non con il medeſimo ordina che ne portici. Et ho conſideraro
4420 queſto ne Tempii grandisſimi che non hauendo forſe colonne, che ſeruisſino a
baſtanza a tanta grandezza di fabrica, e’ dettono tanto di diritto a le moſſe de le
uolti, che quella ſaetta, che da la ſommità de gli archi de le uolte ſi tiraſſe ſino
al piano, rincontro a le moſſe de le uolte fuſſe un terzo piu lunga del ſuo mezo
dia metro, laqual coſa ancora accrebbe bellezza a l’opera perche rileuandoſi la
5525 uolta alquanto piu in alto diuiene (per dir così) alquanto piu agile, &
piu eſpedi-
ta.
Nè penſo che in queſto luogo ſia da laſciare indietro che ne le uolte, le
moſſe delli Archi hanno ad hauere oltre al mezo diametro, tanto di diritto al
manco, quanto ne tolgono gli aggetti delle cornici a cnloro che ſtando nel me-
zo del Tempio alzano gli occhi all’infuſo.
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Perche cagione è bene che i tetti de Tempij ſieno in uolta. Cap. XI.
IO uorrei che i Tempii ſi perche ſi arrecano dietro maggior’ dignità, ſi an-
cora perche ſono piu durabili &
eterni, fusſino quaſi tutti in volta; & non sò
7735 veramente d’onde ſi proceda, che e’ non ſi truoua quaſi alcun’ Tempio cele-
brato, che non ſia caduto nella calamità del fuoco.
Io hò letto che Cambi-
ſe abbruciò tutti quanti i Tempii di Egitto, &
che ei ne portò l’oro & gli ad-
dornamenti a Perſepoli.
Euſebio racconta che lo Oracolo di Delpho fù
tre volte abbruciato da Tracii, il medeſimo truouo io appreſſo di Erodoto
8840 eſſendo vn’altra volta da perſe abbruciato, che fù da Amaſo reftaurato.
Al-
troue hò letto che ei fù abbrucciato da Flegias in quel’tempo nel quale Feni-
ce aggiunſe alcuni caratteri di letter’ per i ſuoi cittadini;
& arſe di nuouo

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