Alberti, Leon Battista, L' architettura

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244240DELLA ARCHITETTVRA @a uolta regnando Ciro, pochi anni dopo la morte di Seruio Tullio Re de Ro-
mani, &
è chiaro che egli arſe ancora un’altra uolta intorno a quelli anni, che nac
quero quei chiarisſimi lumi d’ingegno, Catullo, Saluſtio, &
Varrone. Il Tem-
pio Efeſio fu abbruciato da le Amazone regnando Siluio Poſtumio, &
di nuo-
uo fu abbruciato nel tempo che Socrate in Athene beuè il ueleno.
Et appreſ-
115 ſo de gli Argiui capitò male per il fuoco il Tempio, in quello anno che Platone
nacque in Athene, regnando in Roma Tarquino, che dirò io de ſacri portici
di Hieroſolima?
che del Tempio di Minerua a Mileſio? che del Tempio di Se-
rapio in Aleſſandria?
che in Roma della Ritonda? & del Tempio de la Dea Ve
ſta?
& di quello di Apolline? nelquale dicono che abbrucciarono i uerſi de la
2210 Sibilla?
Tutti gli altri Tempii quaſi dicono che ſono caduti in ſimile calami-
tà.
Diodoro ſcriue che ſolamente quello, che era dedicato a Venere ne la
città di Erice in Sicilia ſi era mantenuto illeſo da tal calamità ſino a tempi ſuoi.
Et Cefare ſcriue che Aleſlandria non arſe per eſſere ella in uolta, pigliandola
egli per forza.
Hanno certamente le uolte i loro adornamenti. Vſarono
3315 gli antichi di trasferire ne le cupole tutti quelli adornamenti, che gli Oreſici fa-
ceuano ne le tazze de ſacrificij, &
quelli, che ſi uſauano ne le coltre che ſi ten-
gono ſu per le letta, gli traſportarono ne le uolte a ſpigoli, &
in quelle a botte,
&
però ſi ueggono ſcompartimenti di quattro, & di otto facce, & ſimili tirati
per la uolta con angoli uguali, &
con linee equidiſtanti, & con diritture di linee,
4420&
con cerchi, ſcompartite tanto bene, che e’ non è posſibile aggiugnerci coſa
alcuna per farle piu gratiate.
Et faccia queſto a noſtro propoſito che gli ad-
dornamenti de le uolte ſenza dubbio ſono coſa dignisſima, ſi quelli, che in mol-
ti altri luoghi quaſi per tutto ſi ueggono, sì quelli masſimo, che ſono ne la Riton
da fatti di sfon dati, iquali in che modo ſe li facesſino non ſi truoua ſcritto.
5525 lo gli ho uſati di fare in queſto modo con poca fatica & con poca ſpeſa. Io di-
ſegno i lineamenti de le forme, che io uoglio ſopra l’armadura de la uolta, di
quattro di ſei, o d’otto facce, &
doue io uoglio che le uolte sfondino, alzò inſi-
no a quella determinata altezza di mattoni crudi murati con terra in ſcambio
di calcina:
ſi che murate queſte coſe, come monticelli ſopra il dorſo de la ar-
6630 madura, ui gettò poi ſopra la uolta di mezane cotte, &
di calcina, uſando
diligentia, che doue ſarà la uolta piu ſottile, mediante queſti sfondati ella ſi
congiunga bene, &
ſimeni legata con le parti de la uolta piu groſſe, & piu ga-
gliarde.
Fatto che la uolta ha poi la preſa, & che e’ ſi lieuano le armadure,
io cauo del ſaldo de la uolta quei monticelli di loto, &
di mattoni crudi, che
7735 io ui haueua da prima accommodati, &
in queſto modo mi rieſcono le forme
de gli sfondati in quella maniera che io haueuo diſegnato.
Torniamo hora
al propoſito noſtro.
A me piacerebbe grandemente quel che ſcriue Varro-
ne, che ne la uolta fuſſe dipinta la forma del Cielo, &
una ſtella mobile, che
con la ſua lancetta dimoſtraſſe qual hora fuſſe del giorno, &
che Vento ancora
8840 tiraſſe dal lato di fuora;
certo che sì fatte coſe mi piacciono grandisſimamen-
te.
Dicono che i Frontiſpicii arrecano tanto di grandezza a le fabriche, che
le celeſti caſe del gran Cioue, ſe bene la sù non pioue mai, non poſſono ſtar
bene ſenza il frontiſpicio, uolendo mantenerſi una certa grandezza, i

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