Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752
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248224DELLA FORZA DE’ CORPI D. Serao mi ſi fe incontro con queſte parole. Voi
però
durereſte gran fatica a moſtrarmi un’ eſempio
ſolo
, in cui foſſe diſcontinuità;
e diſcorrete pure
a
voglia voſtra per tutta la meccanica, e per tutta
la
fiſica, quant’ ella è;
io potrei ben di preſente
moſtrarvene
mille, in cui trovereſte una perſetta
continuità
.
E voi ſapete, che gli eſempi vogliono
uſarſi
in queſta controverſia, non le ſottigliezze.
Io certo, riſpoſi, non prenderei ora la fatica di
addurvi
tutti gli eſempi della diſcontinuità;
e ſo
già
, che alcuni, avendoſi fitta nell’ animo la con-
tinuità
, qualunque effetto lor ſi preſenti, in cui
eſſa
non appariſca, tanto s’ ingegnano, e ſtudiano
tanto
, che trovano finalmente la via di ſupporve-
la
;
e potendovela ſupporre, par loro, che vi ſia.
E
ſe io vi diceſſi, che un corpo venendo a percuo-
tere
obliquamente in un piano, acquiſta ſubito due
direzioni
, una delle quali è perpendicolare ad eſſo
piano
, ſenza aver prima acquiſtato tutte le dire-
zioni
intermedie, che ſono tra queſta, e quella, che
avea
;
e ſe vi diceſſi, che l’ acqua ſgorgando dal fian-
co
di un’ vaſo, nel primo ſuo uſcire acquiſta ſu-
bito
tutta quella velocità, che avr@bbe a poco a
poco
acquiſtata, ſe ſoſſe caduta da tanta altezza,
quanta
ne ha l’ acqua nel vaſo;
e ſe altri effetti di
tal
maniera vi proponeſſi;
io ſon certo, che voi vi
ingegnereſte
tanto, che finalmente trovereſte la via
di
ridurli a continuità;
e in ciò forſe tante ſotti-
gliezze
adoprereſte, che non dovreſte più rifiutare
le
mie.
Ma io non ho biſogno di gran

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